Market Brief
A sorpresa, ancora non è stato raggiunto un accordo fra la Grecia e i funzionari dell’Eurozona, perché ieri il governo di Alexis Tsipras non ha avuto tempo di presentare una proposta scritta. I leader europei hanno dato tempo alla Grecia fino a domenica, 12 luglio, per presentare una soluzione percorribile. Il problema ora è che, dopo il referendum greco, entrambe le parti sono convinte di essere in una posizione migliore per negoziare i termini del potenziale accordo. Da una parte, Alexis Tsipras è certo che i greci gli abbiano conferito pieno sostegno nella sua lotta contro le misure di austerità insostenibili. Dall’altra, i leader dell’Eurozona hanno detto che un nuovo accordo di salvataggio includerà termini più dolorosi rispetto a prima del referendum perché ora la Grecia si trova in maggiori difficoltà economiche. Sebbene entrambe le parti si siano dette nettamente contrarie a un’uscita della Grecia dall’Eurozona, non siamo mai stati così vicini a questa eventualità. Ieri, durante la seduta europea, l’EUR/USD ha fatto segnare il minimo da un mese a 1,0916, per poi stabilizzarsi intorno a 1,10. Manteniamo un’impostazione ribassista sull’EUR/USD e sospettiamo che il supporto a quota 1,0819 non durerà se la situazione subirà un deterioramento.
Durante la seduta asiatica, azioni cinesi in saldo, con il Composite di Shanghai in calo del 6,39% e il Composite di Shenzhen del 2,85%. Il panico del mercato si sta diffondendo sui mercati asiatici e gli investitori continuano a liquidare azioni. L’Hang Seng di Hong Kong cede il 5,11%, il Kospi sudcoreano l’1,20% e il Nikkei giapponese il 3,14%. Sui mercati dei cambi, la coppia USD/JPY continua a indebolirsi, dopo che a maggio il Giappone ha fatto registrare il surplus delle partite correnti maggiore dal 2007, pari a 1.880,9 miliardi di yen rispetto alla previsione media pari a 1.570,2 miliardi di yen e ai 1.326,4 miliardi del mese precedente. L’USD/JPY si dirige verso il supporto a 121,55 (61,8% di Fibonacci sul rally di maggio-giugno).
In Australia, le azioni pareggiano le perdite con l’S&P/ASX in calo del 2,01% in scia alle preoccupazioni per la Cina e al calo dei prezzi delle materie prime. Ieri il minerale di ferro con consegna immediata al porto cinese di Qingdao ha ceduto un altro 5%, in calo di quasi il 25% dal massimo registrato l’11 giugno. Stamattina i futures sul rame sono in calo del 2,2%, e quasi del 10% dal 3 luglio. L’AUD/USD ha infranto un altro forte supporto a 0,7416 (minimo ottobre 2006) e si dirige verso quello successivo, che staziona a 0,7270 (minimo giugno 2006).
In Europa, stamattina i futures sui listini azionari si sono stabilizzati nonostante l’assenza di notizie positive da Bruxelles. L’indice Xetra Dax guadagna lo 0,69%, il Cac 40 lo 0,79%, l’SMI lo 0,53%, e l’Euro Stoxx 50 lo 0,76%. Nel Regno Unito, il Footsie è in rialzo dello 0,16% dopo che a giugno i prezzi delle abitazioni sono cresciuti dell’1,7% in scia all’intensificarsi delle pressioni sul mercato immobiliare. La coppia GBP/USD testa l’area di supporto a 1,5415/29 (media mobile a 40 settimane e minimo dell’agosto del 2013). Scendendo, si osserva un supporto a 1,5235 (minimo gennaio 2012).
Oggi gli operatori monitoreranno l’indice IPCA sull’inflazione mensile in Brasile; i permessi di costruzione in Canada; i verbali della riunione del FOMC del 16-17 giugno.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd