Market Brief
Sui mercati dei cambi, l’USD si è rafforzato nel comparto G10 e contro le valute dei mercati emergenti asiatici. Il recupero della propensione al rischio è dovuto a un’inversione, un calo dell’1,5% per l’S&P 500 sui mercati dei future. I rendimenti dei decennali USA sono saliti al 2,27%, recuperando le perdite subite di recente.
L’AUD/USD è sceso marginalmente, da 0,7110 a 0,7080, dopo la pubblicazione dei verbali della RBA.
L’EUR/USD è sceso al minimo registrato sulla scia del dato sulle buste paga, pari a 1,065, e le pressioni a vendere continuano a essere elevate. La notizia del raggiungimento di un accordo sulla prossima tranche di aiuti fra Atene e i creditori non ha prodotto un rimbalzo positivo dell’euro.
La coppia NZD/USD si è indebolita per gran parte della seduta, calando da 0,6496 a 0,6453, perché sono crollate le aspettative d’inflazione.
Gli indici azionari regionali hanno fatto registrare un sostanziale rialzo, con il Nikkei 225 a +1,22% e l’Hang Seng a +1,42%. Il Composite di Shanghai
Shanghai Composite ha chiuso in parità, dopo essere stato positivo per gran parte della seduta; la PBoC ha abbassato la quotazione ufficiale dell’USD/CNY di 10 pip, portandola a 6,3740.
Rimaniamo costruttivi sul CNY, non sulla scorta delle condizioni economiche, ma in vista dell’inclusione della valuta nel paniere SDR dell’FMI e della domanda che ne conseguirà.
Nella notte, in Nuova Zelanda le previsioni sull’inflazione a 2 anni per il quarto trimestre sono scese all’1,85% dall’1,94% del terzo trimestre. Sono aumentate invece le previsioni sull’inflazione a 1 anno, dall’1,46% all’1,51% nel quarto trimestre. A Singapore le esportazioni di ottobre escluso il petrolio si sono contratte dello 0,5% a/a, rispetto al +0,3% precedente, perché è calata la domanda di prodotti elettronici (-3,2% a/a). Gli scambi commerciali regionali di Singapore sono stati molto deboli, ciò lascia intendere che la ripresa generale del commercio non sia imminente.
Dai verbali della RBA australiana emerge che le prospettive d’inflazione rimangono dimesse, ciò permetterà di aumentare gli stimoli. I verbali indicano che c’è stato un miglioramento marginale delle condizioni economiche, l’AUD debole ha, infatti, contribuito a sostenere il calo della domanda esterna.
Sempre rimanendo in Australia, il vice governatore della RBA Christopher Kent ha osservato che il rialzo dei prezzi delle materie sarà limitato perché il percorso di sviluppo della Cina ha cambiato direzione.
Persistono le condizioni ribassiste per l’AUD/USD, il trend ribassista rimane intatto, ciò fa presagire un nuovo test dei minimi di settembre a quota 0,6896.
Si apre una giornata densa di appuntamenti economici per gli operatori. Durante la seduta europea, sarà diffuso il dato ZEW sulle attese in Germania, previsto in miglioramento da 1,9 a 6 punti; tuttavia, la debolezza osservata di recente nei dati tedeschi e la fiacchezza dei partner commerciali europei non escludono un rilevamento deludente.
Nel Regno Unito, l’inflazione (IPC) dovrebbe rimanere piatta al -0,1% a/a (dato core 1,0% a/a). L’attenuarsi delle pressioni inflazionistiche e la BoE colomba dilazionano le previsioni sul primo rialzo del tasso (nel 2017), pertanto un rilevamento debole dovrebbe sostenere ulteriori vendite sulla coppia GBP/USD, che dovrebbe riscendere a 1,5027.
Il PIL norvegese dovrebbe scendere allo 0,1% t/t dallo 0,2% t/t del terzo trimestre. Un rialzo a sorpresa della crescita e le prospettive di un allentamento dalla BCE potrebbero dare all’EUR/NOK una spinta al ribasso a 9,1517.
Nel pomeriggio, gli USA pubblicheranno il dato IPC, previsto in rialzo allo 0,2% dal -0,2% m/m. L’IPC di fondo dovrebbe crescere dello 0,2%, il tasso a/a si attesterebbe all’1,9%. Infine, la produzione industriale dovrebbe aumentare dello 0,1%, mettendo fine alla flessione protrattasi per due mesi consecutivi. Rimaniamo costruttivi sull’USD nei confronti di CHF, CAD ed EUR.
Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst,
Swissquote Europe Ltd