- Circa 165 società S&P 500 pubblicheranno i risultati questa settimana
- I titoli azionari schizzano, ma anche i Treasury
Gli scambi la scorsa settimana sono iniziati tra i timori che l’inflazione e la pandemia ancora in corso sgonfiassero la tanto attesa ripresa statunitense. Cinque giorni dopo, tuttavia, i mercati azionari hanno chiuso la settimana con una raffica di nuovi massimi storici venerdì, e l’indice Dow Jones ha chiuso sopra 35000 per la prima volta, con gli investitori che si sono concentrati sui risultati aziendali mentre la stagione degli utili entrava nel vivo.
Con nomi di rilievo del tech come Microsoft (NASDAQ:MSFT), Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Tesla (NASDAQ:TSLA), Apple (NASDAQ:AAPL), Boeing (NYSE:BA), Amazon (NASDAQ:AMZN) e Caterpillar (NYSE:CAT) che pubblicheranno gli utili questa settimana, gli investitori probabilmente continueranno a focalizzarsi più sui risultati che sui timori economici o per la pandemia.
Tuttavia, con un’altra conferenza stampa del FOMC in agenda mercoledì dopo il vertice mensile della Fed, i mercati presteranno molta attenzione a qualunque piccolo cambiamento o differenza nelle parole della banca.
Nuovi massimi ma le intenzioni degli investitori sono poco chiare
Tutti e quattro i maggiori indici USA (S&P 500, NASDAQ, Russell 2000 e ovviamente il Dow) hanno chiuso la settimana al rialzo e tutti, tranne il Russell, hanno registrato +1% sulla settimana. L’indice Russell 2000 ha avuto infatti una performance inferiore. L’indice a bassa capitalizzazione, sul quale sono quotate aziende nazionali che rappresentano i titoli value e offrono i migliori ritorni con un’economia in ripartenza, ha chiuso al 6,8% in meno dal record del 15 marzo.
Durante la scorsa settimana, l’interesse degli investitori è passato dai titoli value a quelli growth ma, venerdì, settori difensivi come utenze e sanità sono andati meglio. Tuttavia, anche i servizi di comunicazione hanno chiuso in modo solido.
Complessivamente, durante la stagione degli utili finora, l’87% delle pubblicazioni ha battuto le stime, un elemento chiave per far spostare l’attenzione degli investitori dai timori macroeconomici e geopolitici.
Grafico giornaliero SPX
Tutto questo significa che il mercato si fida delle recenti e ripetute rassicurazioni del Presidente della Fed Jerome Powell che l’attuale tasso di inflazione è solo transitorio e di conseguenza non permette di rimuovere l’accomodamento? Non c’è una risposta semplice a questa domanda.
Sembra che i trader retail siano tornati alla carica. Secondo Vanda Research, tramite Bloomberg, solo lunedì scorso, quando i titoli azionari stavano crollando, i trader retail hanno comprato la cifra record di 2,2 miliardi di dollari di azioni. È il risultato di una politica fiscale che permette di avere soldi facili, insieme ad una politica monetaria che disincentiva i risparmi per via di rendimenti inesistenti.
Potrebbe significare che questo tipo di acquisti sul calo da parte dei trader retail indica fiducia nella crescita economica statunitense? Due componenti di questa attività di mercato rendono l’ipotesi poco convincente. Innanzitutto, gli acquisti sul calo da parte dei trader giornalieri non dicono niente sul futuro, dal momento che non ci sono indicazioni chiare sull’eventualità che vengano mantenuti sul breve o sul lungo termine.
Secondariamente, i trader retail non necessariamente prestano la stessa attenzione dei trader istituzionali alle parole della Fed. Di conseguenza, l’attuale rally da record non dimostra necessariamente che questi investitori retail abbiano acquistato azioni perché credono nell’idea della Fed di un’inflazione temporanea. In effetti, non è neanche chiaro se credano a qualcosa.
Questa dicotomia (settori growth che spingono i mercati durante la stagnazione economica, soprattutto quando questi rally comprendono titoli difensivi, e mercati in discesa quando si parla di una forte ripresa) è forse illustrata meglio dal seguente grafico dei Treasury a 10 anni USA.
Grafico settimanale UST a 10 anni
Mentre i titoli azionari sono andati alle stelle, i rendimenti dei Treasury sono crollati del 26% da metà marzo. Ciò significa che, anche se gli investitori stanno comprando sul calo, stanno facendo incetta di Treasury rifugio.
Non è esattamente un gesto di fiducia nell’economia. Tuttavia, il possente hammer della scorsa settimana, con la sua shadow inferiore estremamente lunga, dimostra che gli orsi dei Treasury hanno contrattaccato, possibile indicazione del fatto che il rally dei Titoli del Tesoro che ha fatto crollare i rendimenti sta per finire. Se i rendimenti dovessero schizzare da qui, ciò supporterebbe i titoli azionari.
Potremmo assistere alla stessa mancanza di timori per il rischio negli scambi dell’oro.
Grafico giornaliero oro
Il metallo giallo ha completato una flag in salita, che potrebbe segnalare un altro ribasso.
Questa settimana
Orari EDT
Lunedì
4:00: Germania – Indice Ifo sul sentimento delle imprese: dovrebbe salire a 102,1 da 101,8.
10:00: USA – Vendite di case nuove: dovrebbero salire ad 800 mila da 769 mila.
Martedì
8:30: USA – Ordinativi di beni durevoli core: dovrebbero salire dallo 0,3% allo 0,8%.
10:00: USA – Fiducia dei consumatori CB: dovrebbe scendere da 127,3 a 124,1.
21:30: Australia – Indice IPC: probabilmente salirà dallo 0,6% allo 0,7% su base trimestrale e dall’1,1% al 3,8% su base annua.
Mercoledì
8:30: Canada – Indice IPC core: probabilmente resterà invariato allo 0,4%.
10:30 USA – Scorte di greggio: la lettura precedente ha rivelato un aumento di 2,108 milioni di barili.
14:00: USA – Decisione sui tassi di interesse della Fed, Dichiarazione FOMC: la banca centrale dovrebbe mantenere i tassi invariati allo 0,25%.
Giovedì
3:55: Germania – Variazione disoccupazione: dovrebbe salire a -25 mila da -38 mila.
8:30: USA – PIL: dovrebbe schizzare all’8,6% dal 6,4% su base trimestrale.
8:30: USA – Richieste iniziali di sussidio di disoccupazione: il dato della scorsa settimana, pari a 419 mila, ha deluso.
10:00: USA – Vendite di case in corso: dovrebbero crollare allo 0,5% dall’8,0%.
Venerdì
2:00: Germania – PIL: dovrebbe schizzare al 2,0% da -1,8%.
5:00: Zona euro – Indice IPC: dovrebbe salire al 2,0% dall’1,9%.
8:30: Canada – PIL: probabilmente resterà invariato a -0,3% su base mensile.
21:00: Cina – Indice PMI manifatturiero: dovrebbe scendere a 50,8 da 50,9.