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Il real brasiliano ha sovraperformato rispetto all’USD, perché gli operatori iniziano a spazientirsi a causa della mancata ripresa economica negli USA. Nei giorni scorsi, il dato sulle vendite al dettaglio USA è risultato piatto, a fronte del +0,2% m/m previsto dagli analisti. L’IPP di aprile si è attestato al -0,4% m/m contro il +0,1% previsto. Nelle ultime settimane, tutti i segnali puntano a una ripresa economia più lenta negli USA e, di conseguenza, a un calo del dollaro dovuto al ritardo nell’atteso primo rialzo del tasso dalla Fed. Spostandoci più a sud, questa settimana l’FMI ha pubblicato il rapporto paese sul Brasile. Nel rapporto si legge che il paese si trova in “una fase difficile” e che “nel breve termine l’attività economica dovrebbe contrarsi”. Tuttavia, l’FMI prevede che il paese crescerà nel medio termine, pur ammonendo che ciò dipenderà in massima parte dall’attuazione di riforme volte al miglioramento della situazione finanziaria e al controllo dell’inflazione per ristabilire la credibilità. Un dollaro più debole aiuterà quindi la BCB a mantenere bassa l’inflazione. Per quanto riguarda i dati, in Brasile a marzo le vendite al dettaglio sono scese del -0,9% m/m contro il -0,4% previsto, generando ulteriore delusione; il dato sulla produzione industriale pubblicato la settimana scorsa si è attestato al -3,5% a/a a fronte del -3% previsto, mentre l’IPCA brasiliano è risultato pari allo 0,71% m/m contro lo 0,75%, livello più basso dal novembre del 2014.
Prevediamo che la BCB continuerà a restringere la politica monetaria, aumentando il tasso Selic alla prossima riunione di politica monetaria (2-3 giugno). Gli ultimi dati segnalano che è probabile un rialzo di 25 punti base. L’attuale indice sui prezzi (IPCA) mostra un leggero rallentamento dell’inflazione elevata, anche se la recente flessione inaspettata sul fronte economico lascia presagire una contrazione economica più marcata. I dati equilibrati consentiranno alla banca centrale brasiliana di aumentare il tasso di 25 punti base, portandolo al 13,50%, permettendo all’attività economica di riprendere fiato senza intaccare la credibilità nella sua determinazione a combattere l’inflazione.
L’USD/BRL sta gradualmente scendendo vero l’area di supporto chiave fra 2,9746 e 2,9827 (minimi della scorsa settimana). Il prossimo supporto implicato dal minimo del 28 aprile, che corrisponde anche al minimo del canale discendente, staziona a 2,8828. Sul lato ascendente, il massimo del canale discendente, che giace a 3,03/04, fungerà da resistenza, mentre la prossima resistenza di rilievo staziona a 3,0951 (massimo 4 maggio).
La BoE rivedrà al ribasso previsioni di crescita e tasso d’inflazione (di Yann Quelenn)
Dopo la netta, e inaspettata, vittoria dei conservatori sui laburisti alle elezioni della scorsa settimana, ora la questione saliente è quando si svolgerà il referendum sull’adesione del Regno Unito all’Unione Europea. Mercoledì la Banca d’Inghilterra (BoE) ha pubblicato il rapporto trimestrale sull’inflazione. Abbiamo raccolto alcune informazioni essenziali. Nei prossimi due anni l’inflazione dovrebbe rimanere moderata e le previsioni sul PIL fino al 2017 sono state riviste al ribasso. Queste stime lasciano presagire un restringimento della politica a partire da metà 2016. C’è ancora il rischio che la Gran Bretagna scivoli nella deflazione. Il tasso di disoccupazione sta scendendo più velocemente, la banca centrale prevede che calerà al 5,2%. Com’era prevedibile vista la sua importanza, il governatore della BoE Carney ha chiesto un’accelerazione del processo che riguarda il referendum sull’uscita del Regno Unito dall’UE (la cosiddetta “Brexit”), sostenendo che aspettare ancora crea incertezza per le imprese. Carney ha fatto riferimento a settori quali le energie rinnovabili, poiché i conservatori prevedono di operare tagli consistenti. Nonostante le preoccupazioni a lungo termine sull’adesione all’UE, la coppia GBP/USD ha raggiunto il massimo da 6 mesi a 1,58105. Per il medio termine, prevediamo un nuovo test della resistenza orizzontale a 6 mesi. Le novità sul referendum rafforzeranno la direzionalità della coppia.
The Risk Today
Yann Quelenn
EURUSD L’EUR/USD si è spostato in fase di consolidamento dopo la violazione della resistenza a 1,1376 (massimo 27/02/2015). Occorre adesso ulteriore forza per spingere oltre 1,1534. Supporti orari possono essere trovati a 1,1341 (minimo 13/05/2015). La resistenza oraria si trova ora a 1,1445 (massimo intragiornaliero). In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico dal 2010 al 2014 favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, riteniamo che il recente movimento laterale costituisca una pausa all’interno di un trend discendente di fondo. Supporti chiave possono essere trovati a 1,0504 (minimo 21/03/2003) e a 1,0000 (supporto psicologico). Una violazione al rialzo suggerirebbe un test della resistenza a 1,1534 (massimo di reazione 03/02/2015).
GBPUSD La coppia GBP/USD ha registrato una pausa al di sotto delle resistenze infrante a 1,5786 (massimo di reazione 27/11/2014). Il supporto orario si colloca a 1,5728 (minimo intragiornaliero 14/05/2015) e a 1,5634 (13/05/2015). A più lungo termine, la struttura tecnica si presenta come un fondo di recupero il cui massimo potenziale di rialzo è dato dalla forte resistenza a 1,6189 (61% dell’entrancement Fibonacci). L'attuale consolidamento verso l'alto suggerisce un interesse all'acquisto persistente a medio termine, finché terrà il supporto a 1,5380.
USDJPY L’USD/JPY permane debole finché i prezzi rimarranno al di sotto della resistenza chiave a 119,67 (linea di tendenza discendente). Viene favorita ulteriore debolezza. Il supporto orario è pari a 118,50 (minimo 30/04/2015). La resistenza è data dal recente massimo a 120,50 poi a 120,84 (massimo 13/04/2015). Propendiamo per un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 115,57 (minimo 16/12/2014). Si prevede una graduale ascesa verso la resistenza fondamentale a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 118,18 (minimo 16/02/2015), mentre una resistenza chiave giace a 121,85 (vedasi anche il canale discendente di lungo termine).
USDCHF L’USD/CHF continua a rimbalzare verso il basso, confermando le persistenti pressioni di vendita. La struttura tecnica è negativo finché i prezzi permangono al di sotto della resistenza oraria a 0,9351 (massimo 12/05/2015). Un supporto inferiore può essere collocato a 0,9073 (minimo 07/05/2015). Una resistenza può essere osservata a 0,9171 (massimo 14/05/2015) e a 0,9414 (massimo 05/05/2015). In una prospettiva di lungo termine, non vi è alcun segnale che suggerisca la fine dell’attuale ribasso dopo la mancata violazione oltre 0,9448 e il ripristino del trend rialzista. Di conseguenza, l’attuale debolezza viene vista come una mossa in controtendenza. Un supporto chiave si trova a 0,8986 (minimo 30/01/2015).