Gli strategist di investimenti prevedono un anno di transizione per i mercati statunitensi nel 2025, con un outlook generalmente positivo ma sempre più cauto rispetto alla performance stellare del 2024. Sebbene il contesto macro supporti una sana crescita globale e un calo dell’inflazione, gli analisti avvertono che i mercati stanno entrando in una fase “reflazionaria” più complessa, che potrebbe insidiare gli eccezionali ritorni a cui si sono abituati gli investitori.
Una concentrazione senza precedenti di potere di mercato dei titoli tech
La concentrazione senza precedenti di potere di mercato tra i principali titoli tecnologici è diventata una preoccupazione importante per il 2025, con le cinque compagnie più grandi che ora rappresentano circa il 25% dell’indice S&P 500.
Gli analisti di Goldman Sachs (NYSE:GS) notano che i primi 20 titoli trainano oltre il 50% della volatilità di mercato, creando potenziali rischi sistemici. I “Magnifici 7”, leader del tech, hanno visto le valutazioni crescere oltre i modelli strutturali del fair value, spingendo a mettere in dubbio la sostenibilità.
Le banche di investimento consigliano ai clienti di mantenere l’esposizione azionaria ma con un approccio più difensivo per il 2025. Tra le strategie raccomandate troviamo quella del “bilanciere”, che combina titoli di qualità con alcuni titoli scarsi selezionati, aumentando la diversificazione tra le classi di asset. Gli investimenti alternativi, come gli hedge fund, stanno diventando popolari come diversificatori del portafoglio.
I principali rischi che possono sconvolgere i mercati nel 2025
Gli strategist di Wall Street hanno identificato numerosi rischi chiave che potrebbero colpire i mercati nel 2025, come potenziali delusioni della redditività aziendale, un’inflazione appiccicosa che sorprenderà al rialzo e la volatilità del mercato dei bond trainata dal cambiamento delle dinamiche di offerta-domanda. A questo va ad aggiungersi l’incertezza politica, in particolare riguardo alle politiche commerciali e alla transizione presidenziale.
Il quadro di valutazione presenta sfide particolari, con Goldman Sachs che prospetta un ritorno totale di appena il 3% per l’S&P 500 nel prossimo decennio.
Questo numero si piazzerebbe nel settimo percentile dei ritorni decennali dal 1930. Questo outlook modesto, insieme alla maggiore concorrenza da parte di altre classi di asset e al potenziale impatto dei rendimenti dei Treasury decennali che si avvicinano al 5%, suggerisce che gli investitori potrebbero dover resettare le aspettative sui ritorni enfatizzando al contempo la gestione del rischio tramite diversificazione, protezione strategica e attenta selezione degli investimenti.
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