Due importanti organizzazioni hanno rilasciato delle previsioni riviste sulla domanda per la conclusione del 2020 e per il 2021. Sia l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) che l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) hanno rivisto al ribasso le previsioni per la domanda.
Entrambe le organizzazioni hanno indicato l’impennata dei contagi da coronavirus ed i lockdown negli USA e in Europa come i motivi che li hanno spinti a rivedere al ribasso le loro aspettative questa settimana, ma il mercato del petrolio non sembra averne tenuto conto. Al contrario, il prezzo è salito dopo la notizia dell’inizio delle somministrazioni del vaccino contro il coronavirus negli USA, con il Brent che ha toccato 51 dollari al barile a mezzogiorno di mercoledì, mentre il WTI ha raggiunto quasi 48 dollari al barile.
La revisione delle previsioni al ribasso sulla domanda dell’OPEC è giunta dopo il rilascio del report mensile di dicembre sul mercato del petrolio. Il cartello ora prevede una crescita della domanda nel 2021 di soli 5,9 milioni di barili al giorno, 350.000 barili al giorno in meno rispetto alla previsione precedente.
Questo pone l’OPEC+ in una posizione difficile verso il vertice ministeriale che si terrà il 4 gennaio 2021. Con la revisione negativa delle previsioni della domanda e l’aumento dei prezzi, potrebbe essere più difficile trovare l’accordo.
Il report sul mercato del petrolio dell’OPEC è redatto dal ramo tecnico e professionale del cartello, e le conclusioni degli esperti dovrebbero essere indipendenti rispetto alla politica e dalla diplomazia dei ministri che devono prendere delle decisioni sulla produzione di petrolio. Tuttavia, non è ragionevole credere che le preoccupazioni politiche non tocchino anche gli aspetti tecnici, in quanto sono proprio i membri dell’OPEC che pagano i professionisti che redigono i report.
Da notare che la revisione sulle previsioni della domanda dell’OPEC è giunta proprio dopo che l’OPEC ha deciso di aumentare la produzione di petrolio di 500.000 barili al giorno a gennaio 2021. In altre parole, questa previsione sembra indicare che i ministri potrebbero aver scelto la politica sbagliata.
Infatti, la leadership dell’ OPEC ha utilizzato il rilascio delle nuove previsioni per indicare che l’OPEC+ potrebbe non alzare la produzione a febbraio, nonostante la decisione di iniziare ad aumentare la produzione da gennaio. L’attuale presidente dell’OPEC, il Ministro dell’Energia algerino Abdelmajid Attar ha affermato “nonostante i segnali positivi ed il miglioramento dei prezzi del petrolio, credo che dovremmo essere molto cauti. Nella migliore delle ipotesi, riusciremo a raggiungere i 2 milioni di barili al giorno già ad aprile”.
L’Arabia Saudita, che non vuole aumentare la produzione affatto nel primo trimestre del 2021, dovrebbe aspettarsi di utilizzare questo report durante il vertice del 4 gennaio. L’Arabia Saudita probabilmente si opporrà all’aumento della produzione di altri 500.000 barili al giorno da febbraio. È chiaro dal messaggio che giunge dalla leadership dell’OPEC che supportare un calo dell’eccesso delle scorte di greggio sarà un altro grande motivo di discussione.
Tuttavia, non vediamo un selloff di fine anno ed il prezzi resteranno stabili fino alla fine del 2020, Russia ed Emirati Arabi Uniti avranno un forte argomento a favore di un ulteriore aumento della produzione. Potranno dire che l’aumento della domanda dalla Cina e dall’India sta bilanciando il calo della domanda in Europa e USA.
Russia ed Emirati Arabi Uniti potrebbero dire che il mercato del petrolio ha dimostrato di non interessarsi alle previsioni né alla debolezza della domanda di jet fuel e benzina; i paesi produttori potrebbero trarre vantaggio dall’esuberanza dei mercati, anche se lontani dalle aspettative sulla domanda.
Con i prezzi attualmente disconnessi dalle aspettative, quello del 4 gennaio si prospetta come un vertice conteso tra chi vuole produrre di più (Russia, EAU ed alleati che vogliono vendere a prescindere dal prezzo) e chi vuole produrre meno (Arabia Saudita e chi vuole un aumento dei prezzi).
I ministri del petrolio dell’OPEC+ hanno davvero di buoni motivi per non permettere ai paesi membri di aumentare la produzione visto che il prezzo del petrolio non sembra attualmente rispondere all’andamento della domanda o dell’offerta?