Ecco i furbi tra i produttori OPEC

Pubblicato 10.01.2017, 15:11
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 10.01.2017.

Le speranze per l’accordo OPEC di novembre hanno sostenuto i mercati del greggio fino alla fine del 2016. Adesso che il 2017 è arrivato, sul mercato del petrolio inizia a svanire l’ottimismo.

Per evitare che i prezzi ritornino ai livelli del 2016, l’OPEC dovrà mostrare degli effettivi tagli alla produzione. Tuttavia, la storia ci mostra che, quasi tutti i paesi OPEC hanno imbrogliato sulle quote ed hanno prodotto di più di quanto avrebbero dovuto, invece di attenersi alle regole.

Ecco chi sta tagliando la produzione e chi no (finora):

Arabia Saudita: il principale produttore OPEC dovrebbe tagliare la propria produzione di 486.000 barili al giorno e gradualmente si sta adoperando per rispettare questo impegno. Aramco avrebbe informato i propri clienti di una riduzione della produzione di greggio dal 3% al 7%. Tuttavia, i tagli della produzione partiranno da febbraio, secondo Aramco. Le riduzioni di febbraio potrebbero essere seguite da ulteriori tagli.

Kuwait: il produttore del Golfo si è impegnato tagliare la produzione di 131.000 barili al giorno e dichiara di avere ridotto la produzione già di 130.000 barili al giorno. Il paese necessitava di ridurre la produzione in uno dei suoi principali petroliferi, dunque, i tagli alla produzione stabiliti dall’OPEC giungono al momento giusto per effettuare i lavori di manutenzione.

Emirati Arabi Uniti: anche gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a ridurre la produzione di 139.000 barili al giorno, e anche qui i lavori di manutenzione sui campi petroliferi coincidono con l’impegno nel ridurre la produzione. I tagli alla produzione associati a questi progetti sono previsti per aprile e maggio.

Qatar: al Qatar è richiesto un taglio della produzione di soli 30.000 barili al giorno, ma già a dicembre il paese aveva informato i propri clienti che la produzione di greggio sarebbe stata ridotta a partire dal 1 gennaio.

Iraq: il secondo produttore OPEC si è impegnato a ridurre la propria produzione di 210.000 barili al giorno. Tuttavia, gran parte della produzione di petrolio dell’Iraq è sotto il controllo del governo nella regione del Kurdistan e di varie compagnie internazionali petrolifere. Sarà estremamente difficile convincere i curdi a tagliare la produzione. Inoltre, i contratti in essere con le compagnie internazionali petrolifere costringeranno l’Iraq a risarcire le aziende per il mancato utile a causa della produzione ridotta. Il governo di Bagdad sta cercando di trovare una soluzione a questa situazione e attualmente non ha implementato alcun taglio della produzione. Infatti, secondo alcune notizie la produzione dei campi petroliferi curdi starebbe aumentando, aggravando ulteriormente il problema di Bagdad.

Venezuela: nonostante le incredibili risorse petrolifere del paese, il Venezuela produce appena 2 milioni di barili al giorno. Il governo del paese ha così bisogno di prezzi più alti che ha accettato di tagliare la propria produzione di 95.000 barili al giorno ed ha dichiarato prima della fine dell’anno che la compagnia petrolifera statale, PDVSA, ridurrà immediatamente “ i volumi dei contratti di vendita di greggio” a partire dal 1 gennaio.

Angola: questo paese africano si è impegnato a tagliare la propria produzione di 80.000 barili al giorno su un totale di 1,7 milioni di barili al giorno. In una dichiarazione rilasciata il 1 gennaio, la compagnia statale petrolifera ha annunciato di aver già ridotto la propria produzione di 78.000 barili al giorno.

Ecuador: questo paese sudamericano produce soltanto 548.000 barili al giorno, ma si è impegnato a ridurre la propria produzione di 26.000 barili al giorno. Il paese non ha ancora comunicato di aver avviato i tagli alla produzione.

Algeria: il ministro dell’energia algerino ha giocato dietro le quinte un ruolo importante dal punto di vista diplomatico, che ha contribuito al raggiungimento di un accordo tra i membri dell’OPEC. Immediatamente dopo il vertice di novembre dell’OPEC, ha iniziato la preparazione del settore petrolifero del paese verso una riduzione della produzione di 50.000 barili al giorno.

Gabon: questo piccolo paese africano ha visto un calo della produzione durante tutto l’anno, principalmente a causa del grande sciopero dei lavoratori del settore petrolifero avvenuto ad ottobre. Il paese produce soltanto 202.000 barili al giorno e si è impegnato a ridurre la propria produzione di 9.000 barili al giorno, nel rispetto dell’accordo OPEC. Il paese non ha ancora rilasciato dichiarazioni su eventuali tagli effettuati.

Iran: La Repubblica Islamica dell’Iran ha ricevuto un trattamento speciale, che permette al paese di aumentare la propria produzione fino a 3,975 milioni di barili al giorno fin quando non raggiungerà la produzione media di 3,797 milioni di barili al giorno, tra gennaio e la fine di maggio. Determinare il rispetto dei tagli alla produzione di queste quote così inusuali sarà estremamente difficile. L’Iran approfitterà di questa finestra concessagli per vendere gran parte delle scorte sulle petroliere nel Golfo Persico.

Nigeria e Libia: Questi paesi sono esenti da tagli alla produzione, poiché la loro produzione è stata severamente compromessa dall’attività terroristica.

Nella seconda parte di questo articolo, che sarà pubblicata nel corso della settimana, analizzeremo l’implementazione dei tagli alla produzione da parte dei paesi non-OPEC .

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