Dopo il fine-settimana lungo, i mercati azionari USA non hanno perso tempo e hanno compiuto un rally che li ha fatti toccare nuovi massimi.
L’ottimismo diffuso è dovuto alle forti prospettive sull’economia.
I membri della Fed sembrano sempre più falchi, lasciando presagire un corso dei tassi più ripido, ma anche un’accelerazione dell’economia USA, che sosterrà gli utili delle aziende. Il presidente della Fed Harker si è aggiunto ai membri che sostengono un rialzo a marzo e ciò ha fatto fare un balzo ai tassi dei Fed Funds.
Poiché l’OIS sottovaluta un rialzo a marzo (il tasso sconta solo due rialzi e non tre), intravediamo la possibilità di un rally di breve termine dell’USD.
È interessante notare che i rendimenti USA continuano a salire sulla scia dell’IPC superiore alle attese, e ciò fa aumentare lo spread fra USA e mercati sviluppati.
L’USD, però, non è riuscito a seguire in modo significativo questi indicatori sostanzialmente solidi. Sospettiamo che il divario fra i differenziali sui tassi d’interesse USA e l’USD sia dovuto alle aspettative crescenti sull’accelerazione della crescita globale.
Vista l’ampia possibilità di un aggiustamento al rialzo dei tassi USA a scadenza breve, abbiamo solo bisogno di un catalizzatore, che potrebbe essere la riforma fiscale “fenomenale” di Trump, che dovrebbe essere annunciata entro un mese.
La semplice materializzazione degli stimoli probabilmente basterà a generare previsioni economiche rialziste e costringerà i mercati a rivalutare l’underpricing.