Di Alessandro Albano
Investing.com - "È imminente un netto rallentamento della crescita dell'eurozona". A scriverlo è S&P Global Ratings nel suo outlook economico per l'Eurozona riguardo il terzo trimestre nel quale viene spiegato come "un deterioramento senza precedenti" delle condizioni di commercio abbia spinto "l'inflazione a livelli record e la fiducia ai minimi storici".
I cinque trimestri consecutivi di solida crescita del PIL registrati a partire dal secondo trimestre del 2022, si legge nel report, lasceranno il posto "a due o tre trimestri di attività ridotta o addirittura inferiore". Stime in linea con quanto comunicato nella giornata di lunedì dall'Ocse.
Per questo motivo S&P prevede una stagnazione dell'economia dell'Eurozona nel 2023 (0,3% contro l'1,9% precedente), mentre per quest'anno le proiezioni sono state riviste al 3,1% dal 2,6%, con un abbassamento delle stime di disoccupazione e con un indice dei prezzi al consumo al +8,2% e 5,2% nel biennio.
Per l'Italia, l'agenzia di rating stima un tasso di crescita del 3,4% per quest'anno e un calo dello 0,1% per il 2023, con inflazione stimata rispettivamente al 7,8% e al 4,3%.
Peggiori le attese per la Germania, economia particolarmente colpita dagli effetti della guerra in Ucraina, la quale dovrebbe crescere di solo l'1,5% nel 2022 e contrarsi dello 0,3% a fine 2023. Molto alti alti anche livelli d'inflazione, stimati quest'anno al +8,4% e al +7% nel 2023.
Tuttavia, precisa S&P, "ci sono anche fattori favorevoli". A sostenere l'economia vi sono "una politica monetaria ancora accomodante, l'aumento del sostegno fiscale in risposta alla crisi energetica, l'allentamento delle strozzature nelle catene di approvvigionamento con grandi accumuli di produzione e la crescita della popolazione".
Inoltre, il mercato del lavoro, con l'occupazione ai massimi storici, "è insolitamente forte, anche se i rischi per queste prospettive "sono prevalentemente negativi".
In termini di politica monetaria, le condizioni del credito diventeranno "lievemente restrittiva entro il prossimo anno", in quanto viste "le forti condizioni economiche e l'elevata inflazione, la BCE ha anticipato i rialzi dei tassi di interesse".
Secondo S&P, entro la fine del primo trimestre del 2023 potrebbe essere raggiunto un tasso di deposito terminale del 2%, a cui va aggiunta la riduzioni del bilancio della BCE che, stima l'agenzia, "inizierà entro la fine del 2024".