Investing.com - Il dollaro è stabile contro il paniere delle altre principali valute questo martedì, in vista dei due giorni di vertice della Federal Reserve durante cui la banca dovrebbe alzare i tassi di interesse per la quinta volta dal 2015.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 94,00 alle 09:04 ET (14:04 GMT), poco meno del massimo di due settimane di venerdì di 94,08.
La Fed dovrebbe alzare i tassi di interesse per la terza volta quest’anno in occasione del vertice che si concluderà domani e sono previsti da due a tre inasprimenti per il prossimo anno.
I timori per l’inflazione debole hanno fatto sorgere dubbi sugli aumenti previsti nel 2018 ma i dati di questo martedì hanno mostrato che i prezzi alla produzione USA sono schizzati del 3,1% rispetto allo scorso anno a novembre grazie all’impennata del prezzo della benzina.
Si tratta dell’aumento maggiore dal gennaio 2012 ed indica che il periodo di inflazione debole potrebbe stare volgendo al termine.
Il dollaro è pressoché invariato contro lo yen, con la coppia USD/JPY giù dello 0,06% a 113,49 dopo essere salito al massimo di 113,68 ieri, il massimo di un mese.
In calo anche l’euro, con il cambio EUR/USD giù dello 0,23% a 1,1742.
La sterlina è stabile, con la coppia GBP/USD scambiata a 1,3342 dopo aver toccato il massimo giornaliero di 1,3380 sulla scia dei dati che hanno mostrato che l’inflazione britannica ha inaspettatamente segnato il massimo di sei anni a novembre, mentre i riflettori sono puntati sulle trattative sulla Brexit.
Questa settimana sono previsti i vertici della Banca d’Inghilterra e della Banca Centrale Europea, che dovrebbero lasciare invariati i tassi.
Il dollaro neozelandese si avvicina al massimo di un mese, sulla scia dei rialzi della seduta precedente, con il cambio NZD/USD in salita dello 0,5% a 0,6947.
La domanda del “kiwi” continua ad essere supportata dalla notizia della nomina di Adrian Orr come nuovo governatore della Reserve Bank of New Zealand per un mandato di cinque anni a partire dal marzo 2018.
Orr, ex banchiere centrale, viene considerato una persona molto affidabile in grado di evitare uno sconvolgimento radicale della politica monetaria.