Investing.com - L’attività del settore privato della zona euro ha registrato un rallentamento a settembre, secondo i dati di questo venerdì.
La lettura preliminare dell’indice dei direttori acquisti di Markit per il settore dei servizi è risultata pari a 54,7 questo mese da 54,4 di agosto.
Gli economisti si aspettavano una lettura pari a 54,4.
L’indice PMI sul settore manifatturiero è sceso a 53,3, rispetto alle previsioni di 54,4 e da 54,6 del mese prima.
L’indice composito sulla produzione, che tiene conto della produzione combinata del settore manifatturiero e di quello dei servizi, è sceso a 54,2 da 54,5, contro le previsioni di una lettura pari a 54,4.
Una lettura superiore a 50,0 indica un’espansione del settore mentre una lettura inferiore a tale livello ne indica una contrazione.
Dal report emerge che l’attività delle imprese della zona euro a settembre è cresciuta al secondo tasso più lento dalla fine del 2016, dal momento che la crescita manifatturiera è stata rallentata dagli ordinativi di esportazione in stallo per la prima volta in cinque anni.
“Gli scontri commerciali, la riduzione della domanda globale (soprattutto nel settore automobilistico), l’aumento dell’avversione al rischio, la riduzione delle scorte e l’aumento dell’incertezza politica sia all’interno della zona euro che all’estero sono tra i fattori che hanno alimentato il rallentamento dell’attività delle imprese”, afferma Chris Williamson, capo economista di IHS Markit.
Grazie all’attività del settore dei servizi, Williamson prevede che l’economia della zona euro cresca dello 0,5% nel terzo trimestre.
“Tuttavia, con i nuovi ordinativi e il lavoro arretrato che salgono a tassi meno ridotti rispetto all’inizio dell’anno, la crescita delle esportazioni che evapora e le aspettative future vicine ai minimi di due anni, i rischi per la crescita futura sembrano inclinati al ribasso”, conclude Williamson.