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Banche, Abi/Cerved: cala ingresso in sofferenza dei crediti, al 3% nel 2016

Pubblicato 02.04.2015, 16:03
© Reuters. File photo of the UniCredit bank headquaters in downtown Milan

ROMA (Reuters) - Con le previsioni di una uscita dell'Italia dalla recessione da quest'anno, inizierà anche a calare l'incidenza delle nuove sofferenze sui crediti che le banche erogano alle imprese, scendendo fino al 3% previsto nel 2016 dall'attuale picco del 3,7%.

Lo stima uno studio condotto da Abi e Cerved che analizza anche la differente incidenza di ingresso in sofferenza sul numero totale dei crediti, in relazione alla dimensione delle imprese, evidenziando una maggiore rischiosità associata a imprese di dimensioni minori, maggiormente colpite dalla recessione.

La ripresa aiuterà a ridurre in parte queste differenze tra i dati legate alle dimensioni d'impresa, ma anche ai diversi settori di attività e alle posizioni geografiche nel Paese.

"L'analisi prevede che per il complesso delle società non finanziarie italiane i tassi di ingresso in sofferenza si ridurranno al 3,4% nel 2015 e al 3% nel 2016", si legge in una sintesi del rapporto.

Le sofferenze rappresentano il maggior problema delle banche italiane con uno stock che per le sole imprese è salito dai 26 miliardi del 2008 ad oltre 131 miliardi del 2014.

"Il 3% è un dato ancora molto importante ed elevato nei confronti sia dei livelli pre-crisi che di periodi medio lunghi", ha spiegato Vincenzo Chiorazzo, responsabile delle analisi Economiche dell'Abi che ha presentato il rapporto con Guido Romano, a capo dell'ufficio studi del Cerved. La media dal 1990 dei tassi di ingresso in sofferenza, ha ricordato Chiorazzo, è del 2,3-2,4%.

Il governo e la Banca d'Italia stanno studiando soluzioni di sistema, soprattutto per gli istituti che non hanno ancora avviato iniziative al loro interno, che permettano alle banche di far emergere e far uscire dai loro bilanci i crediti deteriorati.

Il miglioramento stimato, indica lo studio, riguarderà tutte le fasce dimensionali, ma nel 2016 il differenziale di rischio tra società minori e società di dimensione maggiore resterà significativamente superiore a quello pre-crisi.

© Reuters. File photo of the UniCredit bank headquaters in downtown Milan

Il flusso di nuove sofferenze delle imprese indica che questo stock, che si muove statisticamente in ritardo rispetto al ciclo economico, non è destinato a ridursi nei prossimi mesi.

"A settembre del 2014 l'incidenza sui crediti in bonis è infatti rimasta su livelli storicamente elevati, quadrupli rispetto a quelli osservati prima dell'inizio della crisi", osserva il rapporto.

(Stefano Bernabei)

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