Investing.com - Il prezzo dell’oro è pressoché invariato questo giovedì, i volumi degli scambi resteranno ridotti dal momento che i mercati statunitensi sono chiusi per il Giorno del Ringraziamento.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre sale di 70 centesimi, o dello 0,07%, a 1.070,70 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata statunitense, non lontano dal minimo di sei anni di 1.062,00 dollari segnato la scorsa settimana.
I volumi degli scambi resteranno limitati oggi e gli scambi sul Comex sono chiusi per via del Giorno del Ringraziamento. Per domani è prevista una seduta abbreviata.
Ieri, il prezzo è sceso di 3,80 dollari, o dello 0,35%, dopo i dati incoraggianti USA che hanno alimentato le aspettative di un aumento dei tassi da parte della Fed il mese prossimo.
Il Dipartimento per il Commercio USA ieri ha dichiarato che le vendite di case nuove sono aumentate del 10,7% a 495.000 unità il mese scorso.
Il report ha seguito i dati del Dipartimento per il Lavoro USA secondo cui le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono scese di 12.000 unità la scorsa settimana a 260.000. Gli analisti avevano previsto un calo di 2.000 unità.
Un secondo report ha mostrato che gli ordinativi di beni durevoli sono schizzati del 3,0% ad ottobre, ben al di sopra dell’1,5% previsto. Gli ordinativi di beni durevoli core, che escludono i costi volatili dei mezzi di trasporto, hanno visto un aumento dello 0,5%, contro le aspettative di un aumento dello 0,3%.
Secondo molti funzionari della Fed è molto probabile un aumento dei tassi di interesse il mese prossimo, a meno che i prossimi dati economici USA non risultino deludenti.
I futures dell’oro sono crollati di oltre il 6% finora a novembre tra le aspettative di un aumento dei tassi di interesse USA a dicembre. La possibilità di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesa sull’oro, poiché il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti.
Il dollaro resta vicino al massimo da aprile contro il paniere di sei principali valute tra le aspettative di un inasprimento della politica monetaria statunitense nei prossimi mesi. Le materie prime valutate in dollari diventano più costose per i titolari di altre valute quando il biglietto verde si rafforza.
Intanto, i futures dell’argento con consegna a dicembre salgono di 7,0 centesimi, o dello 0,49%, a 14,22 dollari l’oncia troy. All’inizio della settimana il prezzo ha toccato il minimo di sei anni di 13,85 dollari.
Intanto, il rame subisce un’impennata questo giovedì, così come altri metalli tra cui il nickel e lo zinco, dal momento che sembrerebbe che i regolatori cinesi stiano considerando un’indagine sullo short selling del metallo sul mercato locale.
I prezzi sono andati alle stelle tra le voci che le fonderie cinesi starebbero pianificando un incontro per prendere delle misure contro il calo del prezzo.
Il prezzo del rame è crollato di oltre il 10% finora questo mese per via della possibilità di un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e dell’indebolimento della crescita economica globale, soprattutto in Cina.