Investing.com – I futures del petrolio greggio sono in forte ripresa nel corso della mattinata europea, con il sentimento sostenuto dalla notizia che l’UE ha disposto un salvataggio per la Spagna al fine di salvare il settore bancario.
I dati del settore hanno mostrato un calo maggiore del previsto delle forniture USA nella scorsa settimana, che hanno fornito un ulteriore supporto.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a luglio sono stati scambiati a 85,41 dollari al barile, durante la mattinata europea, in salita dell’1,55%.
Precedentemente il prezzo era salito del 2%, a 86,64 dollari al barile, il massimo dal 7 giugno, quando i prezzi hanno toccato 87,00.
La propensione al rischio è migliorata dopo che i ministri delle finanze della zona euro hanno raggiunto l’accordo sabato per dare in prestito alla Spagna 100 miliardi di euro per salvare il settore bancario, allentando i timori di un collasso finanziario nel paese.
I ministri delle finanze della zona euro hanno accolto la mossa, dichiarando che “deve coprire le richieste stimate di capitare con un ulteriore margine di sicurezza”.
La somma è circa 2,7 volte il fondi ritenuti necessari per la banche spagnole dal FMI in un report rilasciato l’8 giugno.
I timori per il settore bancario spagnolo sono nati dalla Bankia, il 4° gruppo iberico che ha dichiarato di necessitare di 19 miliardi di euro per risollevarsi.
La notizia del salvataggio spagnolo ha innescato una maggiore propensione al rischio, spingendo gli investitori ad andare verso il dollaro USA e verso i titoli e le materie prime industriali.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,7% a 82,33.
La debolezza del dollaro solitamente spinge il petrolio, poiché rende le materie prime espresse in dollari meno costose per i titolari di altre valute.
I prezzi hanno trovato un ulteriore supporto dopo che i dati ufficiali rilasciati durante il weekend hanno mostrato che la Cina ha importato un record di 25,3 milioni di tonnellate metriche di greggio a maggio, l’equivalente di 5,98 milioni di barili al giorno, il 10% in più rispetto ad aprile.
Il dato precedente è stato di 5,87 milioni di barili al giorno a febbraio.
La cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli stati uniti ed è stato un traino per la domanda.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono saliti dell’1,35%, a 100,50 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 15,09 dollari al barile.
I traders del petrolio seguiranno con attenzione la riunione di giovedì dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio a Vienna.
L’OPEC recentemente ha dichiarato che stava pompando 32,4 milioni di barili di petrolio al giorno, un livello che non si vedeva dall'estate del 2008, e ha riconosciuto che si sta producendo più petrolio di quanto il mercato ha bisogno.
Tuttavia, gli operatori di mercato hanno dichiarato che il blocco potrebbe scegliere di mantenere alta la produzione per via delle sanzioni che riducono la produzione di petrolio in Iran. Il paese è il secondo produttore dell’OPEC dopo l’Arabia Saudita, la quale ha spinto la produzione per via del calo delle esportazioni iraniane.
I dati del settore hanno mostrato un calo maggiore del previsto delle forniture USA nella scorsa settimana, che hanno fornito un ulteriore supporto.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a luglio sono stati scambiati a 85,41 dollari al barile, durante la mattinata europea, in salita dell’1,55%.
Precedentemente il prezzo era salito del 2%, a 86,64 dollari al barile, il massimo dal 7 giugno, quando i prezzi hanno toccato 87,00.
La propensione al rischio è migliorata dopo che i ministri delle finanze della zona euro hanno raggiunto l’accordo sabato per dare in prestito alla Spagna 100 miliardi di euro per salvare il settore bancario, allentando i timori di un collasso finanziario nel paese.
I ministri delle finanze della zona euro hanno accolto la mossa, dichiarando che “deve coprire le richieste stimate di capitare con un ulteriore margine di sicurezza”.
La somma è circa 2,7 volte il fondi ritenuti necessari per la banche spagnole dal FMI in un report rilasciato l’8 giugno.
I timori per il settore bancario spagnolo sono nati dalla Bankia, il 4° gruppo iberico che ha dichiarato di necessitare di 19 miliardi di euro per risollevarsi.
La notizia del salvataggio spagnolo ha innescato una maggiore propensione al rischio, spingendo gli investitori ad andare verso il dollaro USA e verso i titoli e le materie prime industriali.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,7% a 82,33.
La debolezza del dollaro solitamente spinge il petrolio, poiché rende le materie prime espresse in dollari meno costose per i titolari di altre valute.
I prezzi hanno trovato un ulteriore supporto dopo che i dati ufficiali rilasciati durante il weekend hanno mostrato che la Cina ha importato un record di 25,3 milioni di tonnellate metriche di greggio a maggio, l’equivalente di 5,98 milioni di barili al giorno, il 10% in più rispetto ad aprile.
Il dato precedente è stato di 5,87 milioni di barili al giorno a febbraio.
La cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli stati uniti ed è stato un traino per la domanda.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono saliti dell’1,35%, a 100,50 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 15,09 dollari al barile.
I traders del petrolio seguiranno con attenzione la riunione di giovedì dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio a Vienna.
L’OPEC recentemente ha dichiarato che stava pompando 32,4 milioni di barili di petrolio al giorno, un livello che non si vedeva dall'estate del 2008, e ha riconosciuto che si sta producendo più petrolio di quanto il mercato ha bisogno.
Tuttavia, gli operatori di mercato hanno dichiarato che il blocco potrebbe scegliere di mantenere alta la produzione per via delle sanzioni che riducono la produzione di petrolio in Iran. Il paese è il secondo produttore dell’OPEC dopo l’Arabia Saudita, la quale ha spinto la produzione per via del calo delle esportazioni iraniane.