Investing.com - I prezzi del greggio salgono questo martedì sulla scia della notizia che dei droni non identificati hanno attaccato due impianti di pompaggio di Saudi Aramco.
I future del greggio West Texas Intermediate scambiati a New York salgono di 43 centesimi, o dello 0,7%, a 61,47 dollari al barile alle 9:22 ET (13:23 GMT), mentre i future del Brent, il riferimento per i prezzi al di fuori degli Stati Uniti, vanno su di 67 centesimi, o dell’1,0%, a 70,90 dollari.
Il greggio è diventato positivo, schizzando ai massimi intraday, quando il Ministro del Petrolio saudita Khalid Al-Falih, ha annunciato che i danni sono stati “limitati” ed ha accusato dell’attacco i ribelli Huthi dello Yemen, appoggiati dagli iraniani.
Al-Falih ha aggiunto che l’oleodotto est-ovest sarà chiuso come misura precauzionale.
La collaboratrice di Investing.com Ellen Wald sottolinea che l’oleodotto trasporta circa 5 milioni di barili al giorno di greggio dai giacimenti dell’Arabia Saudita orientale al porto del Mar Rosso di Yanbu.
“Con questo oleodotto chiuso, non sorprende vedere il prezzo tanto in alto”, ha twittato, aggiungendo che i prezzi potrebbero continuare a salire a seconda di quanto l’oleodotto resterà inattivo.
Le tensioni in Medio Oriente, che potrebbero far inasprire le scorte, hanno supportato i prezzi del greggio, sebbene l’acuirsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina abbia operato una pressione ribassista sul greggio nelle tre sedute precedenti.
Il botta e risposta con gli aumenti dei dazi tra i due principali consumatori mondiali di greggio ha alimentato i timori di un peggioramento del rallentamento economico globale, pesando sulla domanda di greggio.
Oltre al braccio di ferro tra fattori rialzisti (tensioni in Medio Oriente, sanzioni USA su paesi come Iran e Venezuela) e preoccupazioni ribassiste (come l’esito dei negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti), permangono dei dubbi anche circa la decisione dell’OPEC a giugno su un eventuale proseguimento dei tagli alla produzione.
L’Arabia Saudita dovrebbe essere a favore di un’estensione dei tagli della produzione al fine di mantenere gli attuali livelli di prezzo.
Ma l’analista senior delle materie prime di Investing.com, Barani Krishnan, spiega che “i prezzi del greggio potrebbero stare entrando in una nuova fase di volatilità per il 2019, mettendo fine alle resistenti impennate del primo trimestre”.
Krishnan avverte che un’impennata della domanda stagionale nella stagione di guida estiva negli Stati Uniti “potrebbe essere seguita da un altro incremento della produzione USA ed alla fine da scorte più alte nella seconda metà dell’anno”.
Nel frattempo, l’OPEC non ha apportato modifiche alle previsioni sulla crescita della domanda petrolifera globale per il 2019. Nel suo report mensile pubblicato questo martedì, l’OPEC scrive che la sua produzione è scesa di 3.000 barili al giorno a 30.031 milioni di barili al giorno, mentre i membri con delle quote nell’accordo sui tagli alla produzione hanno mostrato un rispetto del 150%.
Attese anche le scorte statunitensi, con l’American Petroleum Institute che pubblicherà i dati settimanali nel corso della giornata. Per i dati governativi ufficiali di domani si prevede un calo di 2,13 milioni di barili.
I future della benzina salgono dello 0,5% a 1,9729 dollari al gallone alle 7:38 ET (11:38 GMT), mentre il combustibile da riscaldamento è in salita dello 0,2% a 2,0415 dollari al gallone.
I future del gas naturale sono in salita dell’1,1% a 2,649 dollari per milione di BTU.