Investing.com - I futures del greggio USA crollano al minimo di cinque mesi questo giovedì per via dell’impennata del dollaro seguita ai dati economici positivi che hanno alimentato le aspettative di vedere un aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a settembre.
Il greggio con consegna a settembre sul New York Mercantile Exchange ha toccato il minimo intraday di 42,55 dollari al barile, un livello che non si registrava dal marzo del 2009, prima di attestarsi a 42,61 dollari negli scambi della mattinata statunitense, con un crollo di 69 centesimi, o dell’1,59%.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,4% a 96,67, staccandosi dal minimo di un mese segnato ieri di 95,94.
Il Dipartimento per il Commercio USA ha dichiarato che le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,6% il mese scorso, al di sopra dello 0,5% previsto. Le vendite al dettaglio per il mese di giugno sono state riviste ad una lettura stabile dal calo dello 0,3% precedentemente riportato.
Le vendite al dettaglio core, che escludono le vendite di automobili, sono cresciute dello 0,4% a luglio, in linea con le previsioni. Le vendite al dettaglio core a giugno sono aumentate dello 0,4%, dato rivisto da una stima precedente di un calo dello 0,1%.
Sempre oggi, il Dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione la scorsa settimana è salito di 5.000 unità a 274.000 dalle 269.000 della settimana prima. Gli analisti avevano previsto un aumento di 1.000 unità a 270.000 la scorsa settimana.
Le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono risultate inferiori a 300.000 unità per 23 settimane consecutive, un dato di solito associato ad un rafforzamento del mercato del lavoro.
I dati incoraggianti fanno sperare in un aumento dei tassi USA quest’autunno.
Sull’ ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad ottobre scende di 43 centesimi, o dello 0,86% a 49,75 dollari al barile.
Il prezzo del Brent ha segnato il massimo giornaliero di 50,83 dollari oggi per via dell’aumento della propensione al rischio dopo che la Banca Popolare cinese ha rassicurato i mercati dichiarando che non continuerà a svalutare lo yuan.
La banca centrale, nell’attesissima conferenza stampa di questa mattina, ha spiegato che non ci sono le basi per deprezzare ulteriormente lo yuan, i solidi fondamentali economici cinesi.
Lunedì il greggio Brent è crollato a 48,24 dollari, il minimo dal marzo del 2009, nei timori per le scorte in esubero.
La produzione globale di greggio supera ancora la domanda a causa della forte crescita nella produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e della decisione presa lo scorso anno dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non ridurre la produzione.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 7,14 dollari al barile, rispetto ai 6,88 dollari segnati alla chiusura di ieri.