Investing.com - Il dollaro è scambiato al minimo di tre mesi e mezzo contro lo yen questo mercoledì, in seguito alla decisione della Banca del Giappone di mantenere invariata la politica monetaria, mentre gli investitori attendono i verbali della Federal Reserve nel corso della giornata.
Il cambio USD/JPY è in calo dello 0,13% a 101,19, non lontano dal minimo di lunedì di 101,09, il minimo dal 5 febbraio.
Supporto a breve termine a 101,09 e resistenza a 101,59, il massimo di ieri.
La BoJ ha deciso di non aumentare il programma di stimolo dal momento che l’economia mostra di aver superato l’impatto dell’aumento della tassa sulle vendite entrata in vigore l’1 aprile. La banca centrale ha dichiarato che continuerà ad aumentare la base monetaria dal ritmo di 60 mila miliardi di yen a 70 mila miliardi di yen.
Sempre oggi, i dati ufficiali hanno mostrato che il Giappone ha riportato un deficit commerciale di 808,9 miliardi di yen, rispetto alle previsioni di un deficit di 640,0 miliardi di yen.
L’attenzione degli investitori è rivolta ai verbali del recente vertice di politica monetaria della Fed previsti per oggi, per avere ulteriori indicazioni sulle opinioni della banca centrale in merito all’economia.
I recenti report economici statunitensi che hanno indicato che la ripresa resta incostante hanno pesato sul rendimento dei titoli del Tesoro USA, facendo scendere il dollaro.
Ieri, il Presidente della Fed di New York William Dudley ha ribadito la posizione cauta della banca centrale, dichiarando che il ritmo dell’aumento dei tassi resterà “lento”.
Anche l’euro è scambiato al minimo di oltre tre mesi contro lo yen, con EUR/JPY in calo dello 0,33% a 138,36, il minimo dal 7 febbraio.
Oggi l’euro è pressoché invariato contro il dollaro, con EUR/USD a 1,3706.
L’euro è rimasto sotto pressione tra le crescenti aspettative di un allentamento monetario da parte della Banca Centrale Europea durante il prossimo vertice di giugno e i dati della scorsa settimana che hanno mostrato come l’economia della zona euro sia cresciuta ad un tasso più lento del previsto nel primo trimestre.