MILANO (Reuters) - Eni scivola in rosso nel terzo trimestre e sui nove mesi a causa del persistente ribasso del prezzo del petrolio (-51% per il riferimento Brent) e l'andamento negativo della controllata Saipem. Sul periodo pesa anche un incremento della tassazione e l'andamento debole del settore gas and power. I dati sono sotto le attese del mercato e questo sta penalizzando il titolo in Borsa.
La perdita netta adjusted (senza le componenti straordinarie) esclusa Saipem nel terzo trimestre si attesta a 290 milioni che si confronta con un utile netto adjusted dell'analago periodo 2014 di 1,13 miliardi.
La perdita netta è pari a 950 milioni nel trimestre, che diventa di 361 milioni nei nove mesi. Il risultato netto adjusted, esclusa Saipem, nei nove mesi è positivo per 760 milioni, in calo del 76%, mentre l'ebit adjusted, sempre esclusa Saipem, si attesta a 600 milioni nel trimestre (-79%).
Il consensus Thomson Reuters era per un utile netto di 190 milioni.
Forte l'andamento deglla produzione di idrocarburi che, nel terzo trimestre, sale dell'8,1% a 1,703 milioni di barili/giorno e per l'anno la stima è di una crescita di circa il 9% rispetto al 2014. Nel precedente trimestre la stima di crescita era del 7%.
"Nell'E&P la produzione è ancora in forte crescita e per la seconda volta nell'anno rivediamo al rialzo le nostre previsioni, pressoché raddoppiando l'obiettivo originario. Nei nove mesi, inoltre, abbiamo scoperto 1,2 miliardi di barili di nuove risorse, oltre il doppio rispetto all'obiettivo di piano, pur riducendo i nostri costi esplorativi", sottolinea l'AD, Claudio Descalzi, come riporta la nota Eni.
Andando sui singoli settori, l'ebit adjusted del Gas & Power ha registrato un peggioramento di 0,29 miliardi dovuto principalmente al recupero del gas prepagato in precedenti esercizi a prezzi superiori a quelli correnti e all'effetto scenario negativo relativo ad alcune vendite al settore large, spiega una nota. Le performance di R&M e della Chimica hanno registrato un sensibile miglioramento (+0,32 miliardi) grazie alla ripresa dei margini e dei volumi per lo scenario più favorevole che, unita alle azioni di efficienza e di ottimizzazione degli assetti industriali, hanno consolidato la profittabilità dei due business.
Intorno alle ore 10,00 Eni cede lo 0,72%, in recupero dai minimi di seduta, mentre la controllata Saipem cede il 2,8% dopo il balzo dell'11% ieri a seguito dell'annuncio del piano di riduzione della quota da parte di Eni.
Un analista definisce i risultati "deboli, ma la guidance 2015 è migliorata". Secondo un report di Banca Akros, "i risultati sono in discesa, ma non riteniamo che siano da considerare come catalizzatori per il titolo. Crediamo che gli obiettivi di crescita della produzione e i positivi risultati del processo di deconsolidamento di Saipem fanno di Eni un'opportunità di investimento attraente".
(Giancarlo Navach)