Di Alessandro Albano
Investing.com - La richiesta di combustibili fossili alternativi al gas naturale, che nelle sedute scorse ha raggiunto persino i 350 euro per MWh, sono sta aumentando la domanda per le importazioni di carbone soprattutto dal Pacifico.
Il contratto Newcastle Coal Futures per dicembre 2022 ha toccato i massimi storici di 463,70 dollari per tonnellata martedì, rompendo il precedente record di 436 dollari toccato venerdì scorso. Ricordiamo che il derivato fa riferimento al prezzo del carbone fisico caricato nel porto australiano di Newcastle.
"Il prezzo dei futures del carbone di Newcastle ha raggiunto un nuovo record in quanto l'Europa, che sta affrontando una crisi energetica, dovrà aumentare le importazioni di energia", spiegano in una nota gli analisti di Saxo Bank.
"Il Regno Unito sta già importando GNL australiano, e in previsione di un tale scenario, questo potrebbe spiegare perché il prezzo del carbone in Australia viene scambiato a un record, insieme al prezzo dei futures", aggiungono.
Secondo gli esperti della banca d'affari danese, è probabile che la fornitura di energia australiana "si esaurirà già nel 2023", il che significa che l'inflazione "continuerà a peggiorare", e per le società carboniere i flussi di cassa liberi "aumenteranno probabilmente".
Complicano il quadro sull'offerta di questa materia prima anche le condizioni meteorologiche in Australia, uno dei principali esportatori, dove La Nina, una perturbazione atmosferica oceanica, potrebbe colpire il Paese per la terza volta alla fine del 2022.
"Qualsiasi grave interruzione delle spedizioni di carbone australiane potrebbe spingere il prezzo del carbone anche a nuovi massimi", affermando in una nota gli analisti di Morgan Stanley (NYSE:MS).
Intanto, il gas ICE Dutch TTF ha chiuso il trading di lunedì in rialzo del 14% a 245 €/MWh in seguito allo stop dei flussi di gas russo tramite il Nord Stream 1.
Il contratto è in calo dell'8% nella giornata odierna, con i ministri dell'energia europei che s'incontreranno in un meeting straordinario questo venerdì 9 settembre dove discuteranno del tetto massimo al prezzo della materia prima, dello stop agli scambi di derivati, e allo scorporo dei prezzi tra elettricità e gas.
L'andamento dei prezzi in Europa, sottolineano ancora da Saxo bank, è un'indicazione che il mercato "è alla ricerca di una nuova struttura dei prezzi e gli speculatori sono preoccupati per la chiusura del mercato dei derivati per un periodo".