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Oro in calo dal massimo di 2 mesi e mezzo dopo le dichiarazioni della Fed

Pubblicato 14.11.2022, 01:10
Aggiornato 14.11.2022, 01:08
© Reuters.

Di Ambar Warrick

Investing.com-- I prezzi dell’oro sono scesi dai massimi di due mesi e mezzo questo lunedì, dopo che i commenti di alcuni membri della Federal Reserve hanno suggerito che la banca continuerà ad agire duramente contro l’inflazione, mentre i prezzi del rame sono scesi leggermente e gli investitori hanno bloccato i guadagni stellari della scorsa settimana.

I prezzi dei metalli preziosi hanno registrato la settimana migliore degli ultimi 30 mesi dopo che l’inflazione USA è risultata inferiore alle attese per il mese di ottobre, alimentando le speranze che la Fed ammorbidisca la sua posizione nei prossimi mesi e riduca la pressione sui mercati dei metalli dovuta all’aumento dei tassi di interesse.

Dopo i dati sono salite le aspettative che la Fed possa optare per un aumento dei tassi di 50 punti base a dicembre, una possibilità data all’81%.

Tuttavia, domenica, il governatore della Fed Christopher Waller ha dichiarato che, sebbene la banca stia prendendo in considerazione un rallentamento del ritmo, ciò non deve essere visto come un ammorbidimento nella sua battaglia contro l’inflazione.

Sebbene la lettura dell’inflazione di ottobre sia stata più mite del previsto, è rimasta ben al di sopra dell’obiettivo annuale del 2% della Fed. È probabile che la banca continui ad alzare i tassi d’interesse fino a quando non vedrà chiari segnali di riduzione dell’inflazione. Si prevede che l’aumento dei tassi di interesse possa pesare sui mercati dei metalli nel breve periodo.

L’oro spot è sceso dello 0,4% a 1.764,24 dollari l’oncia, mentre i future dell’oro hanno subito un calo analogo a 1.766,95 dollari l’oncia.

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Ma il metallo giallo è ancora in ribasso rispetto al dollaro quest’anno, con i prezzi in netto calo rispetto ai picchi annuali di oltre 2.000 dollari. Il metallo ha perso il suo status di bene rifugio e quest’anno ha fallito in larga misura anche come copertura dall’inflazione, dato che l’aumento dei tassi d’interesse ha fatto salire il costo della detenzione di asset non redditizi.

Tra i metalli industriali, i prezzi del rame sono scesi da un massimo di quasi cinque mesi, con  gli investitori che hanno bloccato i profitti del rally della scorsa settimana.

I future del rame sono scesi dello 0,1% a 3,9322 dollari la libbra, dopo aver guadagnato oltre il 12% nelle ultime due settimane. Il sentimento nei confronti del metallo rosso è stato notevolmente favorito dal fatto che la Cina, il più grande importatore mondiale, ha ridotto per la prima volta in assoluto alcune misure anti-COVID.

I mercati stanno ora valutando una potenziale riapertura della Cina nel 2023, che dovrebbe incrementare la domanda di rame. Si prevede inoltre che l’offerta del metallo rosso si restringa nei prossimi mesi a causa delle interruzioni nei principali produttori Cile e Perù.

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