Investing.com - I futures dell’oro sono scesi più dell’1% questo martedì, sotto il livello dei 1.300 dollaro, dopo i dati positivi USA che hanno fatto rivedere agli investitori le aspettative su quando la Federal Reserve possa iniziare a ritirare il programma di acquisti.
L’andamento dei prezzi dell’oro quest’anno ha seguito le aspettative verso una eventuale conclusione anticipata del programma di stimolo monetario da parte della banca centrale statunitense.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre sono stati scambiati a 1.290,65 dollari l’oncia troy, nella mattinata europea, in calo dello 0,9% sulla giornata.
I contratti di dicembre sono scesi al minimo della seduta di 1.287,15 dollari l’oncia troy, il minimo dal 2 agosto.
Supporto a 1.282,65 dollari l’oncia troy, il minimo dal 2 agosto e resistenza a 1.330,55, massimo del 1° agosto.
Il contratto di dicembre è stato scambiato in calo dello 0,6% a 1.302,40 dollari l’oncia troy questo lunedì dopo i dati che hanno mostrato che l’attività nel settore dei servizi statunitensi è cresciuta al ritmo più veloce degli ultimi 5 mesi a luglio.
L’ISM ha dichiarato che l’indice PMI non manifatturiero è salito a 56,0 dal minimo di tre anni di 52,2 di giugno, per via di un’impennata nei nuovi ordini.
I dati hanno fatto dimenticare quelli sull’occupazione USA che avevano mostrato che l’economia USA ha segnato 162.000 nuovi posti di lavoro a luglio, meno del previsto aumento di 184.000.
I dati statunitensi sono stati seguiti con attenzione dagli investitori, in quanto mostrano se rafforzano o indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.
Qualsiasi miglioramento nell’attività economica statunitense potrebbe ridurre le aspettative di un ulteriore allentamento, spingendo il dollaro e pesando sull’oro.
Probabilmente i futures dell’oro segneranno un calo del 23% quest’anno, nella speculazione di un ridimensionamento del programma di acquisti per la fine dell’anno.
Un’uscita dallo stimolo significherebbe una fuga verso l’oro, che è salito grazie alla domanda degli investitori in cerca di oro contro i rischi inflazionistici delle politiche monetarie allentate.
Sul Comex, l’argento con consegna a settembre ha segnato -0,55% a 19,61 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a settembre è rimasto stabile a 3,169 dollari la libbra.
I traders del rame attendono i dati previsti nel corso della settimana sulla bilancia commerciale, nonché un report sull’inflazione e sulla produzione industriale, nell’incertezza sui timori per le previsioni economiche nella nazione asiatica.
La Cina è il principale consumatore mondiale di rame, e rappresenta il 40% del consumo dello scorso anno.
L’andamento dei prezzi dell’oro quest’anno ha seguito le aspettative verso una eventuale conclusione anticipata del programma di stimolo monetario da parte della banca centrale statunitense.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre sono stati scambiati a 1.290,65 dollari l’oncia troy, nella mattinata europea, in calo dello 0,9% sulla giornata.
I contratti di dicembre sono scesi al minimo della seduta di 1.287,15 dollari l’oncia troy, il minimo dal 2 agosto.
Supporto a 1.282,65 dollari l’oncia troy, il minimo dal 2 agosto e resistenza a 1.330,55, massimo del 1° agosto.
Il contratto di dicembre è stato scambiato in calo dello 0,6% a 1.302,40 dollari l’oncia troy questo lunedì dopo i dati che hanno mostrato che l’attività nel settore dei servizi statunitensi è cresciuta al ritmo più veloce degli ultimi 5 mesi a luglio.
L’ISM ha dichiarato che l’indice PMI non manifatturiero è salito a 56,0 dal minimo di tre anni di 52,2 di giugno, per via di un’impennata nei nuovi ordini.
I dati hanno fatto dimenticare quelli sull’occupazione USA che avevano mostrato che l’economia USA ha segnato 162.000 nuovi posti di lavoro a luglio, meno del previsto aumento di 184.000.
I dati statunitensi sono stati seguiti con attenzione dagli investitori, in quanto mostrano se rafforzano o indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.
Qualsiasi miglioramento nell’attività economica statunitense potrebbe ridurre le aspettative di un ulteriore allentamento, spingendo il dollaro e pesando sull’oro.
Probabilmente i futures dell’oro segneranno un calo del 23% quest’anno, nella speculazione di un ridimensionamento del programma di acquisti per la fine dell’anno.
Un’uscita dallo stimolo significherebbe una fuga verso l’oro, che è salito grazie alla domanda degli investitori in cerca di oro contro i rischi inflazionistici delle politiche monetarie allentate.
Sul Comex, l’argento con consegna a settembre ha segnato -0,55% a 19,61 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a settembre è rimasto stabile a 3,169 dollari la libbra.
I traders del rame attendono i dati previsti nel corso della settimana sulla bilancia commerciale, nonché un report sull’inflazione e sulla produzione industriale, nell’incertezza sui timori per le previsioni economiche nella nazione asiatica.
La Cina è il principale consumatore mondiale di rame, e rappresenta il 40% del consumo dello scorso anno.