Di David Pinchodo
Investing.com - La Russia è pronta a terminare le consegne di gas naturale verso i Paesi dell'Europa dell'Est. Secondo i funzionari polacchi e bulgari che sono stati informati da Gazprom (MCX:GAZP), a partire dalla giornata odierna Mosca sospenderà le consegne di gas naturale verso i loro paesi, un segnale che preoccupa gli altri governi fortemente dipendenti dai flussi russi come Germania e Italia.
La sospensione arriva dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato il mese scorso che gli acquirenti stranieri "ostili" dovranno pagare Gazprom (MCX:GAZP) in rubli piuttosto che in altre valute, una misura volta a sostenere la svalutazione della moneta locale e a rendere gli Stati membri ancora più dipendenti da Mosca.
L'Europa, infatti, importa grandi quantità di gas naturale russo e circa il 60% delle importazioni viene pagato in euro e il resto in dollari. Nel 2021, Mosca ha incassato dai Paesi Ue circa 100 miliardi di euro per l'export di gas e greggio, mentre per il 2022 si prevedevano (prima della decisione russa) entrate da beni energetici per il Cremlino di circa 321 miliardi di euro.
Nelle scorse settimane, i leader europei hanno già avvertito che non accetteranno i termini imposte da Putin, sottolineando che le richieste della Russia violano i termini dei contratti e aggirano le sanzioni contro il Paese stesso: "La proposta russa per una procedura di pagamento in due fasi è contraria al contratto attuale e comporta rischi considerevoli per la Bulgaria, compreso il rischio di effettuare pagamenti senza ricevere consegne di gas dalla Russia", ha affermato il governo bulgaro.
Da parte sua, anche la compagnia pubblica polacca del gas, PGNiG, ha affermato di essere stata informata da Gazprom della cessazione delle consegne dal gasdotto Yamal-Europe a partire da mercoledì.
Non solo la Polonia si è rifiutata di pagare il gas naturale in rubli, ma il paese è stato un convinto sostenitore della vicina Ucraina durante l'invasione russa. Tuttavia, il gasdotto Yamal trasporta gas naturale dalla Russia alla Polonia e alla Germania, passando attraverso la Bielorussia.
"LA Russia ha iniziato ad usare l'energia come arma", scrive in una nota il senior analyst di Oanda jeffrey Halley. "La Germania ha già dichiarato che potrebbe farcela, non senza sofferenze, se la Russia vietasse le esportazioni di energia, mentre la Polonia ha affermato che lo stoccaggio del gas è all'80%, ma la Bulgaria ottiene quasi il 90% delle sue forniture di gas dalla Russia e la sua unica raffineria di petrolio è di proprietà di una società russa", afferma l'esperto,
Secondo Halley, "se questo è solo l'inizio di un'ulteriore escalation energetica da parte della Russia, Bruxelles dovrà affrontare tempi difficili".
Dopo la decisione di Mosca, i prezzi del gas europeo misurati dall'ICE Dutch TTF sono balzati del 14% ad euro 117,5 per MWh.