Investing.com - Dopo i diversi attacchi arrivati alle criptovalute dal mondo della finanza, stavolta è il procuratore della DDA, Direzione Distrettuale Antimafia, Giuseppe Borrelli ad incrementare la lista dei detrattori delle nuove valute digitali.
Secondo Borrelli, infatti, il Bitcoin rappresenterebbe uno di quegli strumenti che la Camorra utilizzerebbe per il “riciclaggio e il reinvestimento di capitali liberi”, in quanto è “impossibile individuare gli autori degli investimenti”.
La Camorra, inoltre, “potrebbe investire anche in borsa”, continua Borrelli e “i numerosi sequestri hanno evidenziato il possesso da parte di esponenti di organizzazioni criminali di azioni anche di società quotate”.
In passato anche il fondatore del fondo Algebris, Davide Serra, aveva collegato le criptovalute alle attività criminali, definendo il Bitcoin “uno strumento per ripulire il denaro per criminali ed evasori fiscali”, aggiungendo che il sistema “è stato trasformato nel più grande schema Ponzi di tutti i tempi”.
Nel frattempo, continua il momento poco brillante delle criptovalute a causa delle conseguenze negative dell’attacco hacker sulla piazza Coincheck con sede a Tokyo dei giorni scorsi e l’incertezza delle regolamentazioni.
Il Bitcoin (BitfinexUSD) cede il 3% e resta in bilico a quota 11 mila mentre l’Ethereum perde un 2%, il Litecoin scende del 3% e il Ripple si matiene tra le peggiori con una perdita del 5%.