Investing.com - Il prezzo del Bitcoin sembra aver trovato un minimo, con la valuta digitale che rimbalza di un altro 4,1% questo lunedì riavvicinandosi a 8.490,8 dollari dal minimo di quattro mesi di meno di 6.000 dollari della scorsa settimana. Il prezzo del Bitcoin da quel giorno è salito stabilmente, supportato dai commenti dei regolatori USA in occasione dell’udienza al Senato di martedì scorso che sono stati più positivi del previsto.
L’Ethereum, la seconda principale criptovaluta per capitalizzazione di mercato, schizza del 4,4% a 839,02 dollari sul Bitfinex.
Il token XRP del Ripple registra la performance migliore questa mattina, con un’impennata del 10,8% a 1,00794 dollari sul Poloniex.
Intanto, il Litecoin balza del 5,3% a 153 dollari.
I riflettori sono puntati sulla notizia di un attacco hacker ad una serie di siti web governativi australiani, attacco che costringeva i computer dei visitatori a minare segretamente criptovalute senza il loro consenso generando un profitto per gli hacker.
I siti web colpiti comprendono il sito ufficiale del Parlamento di Victoria, il Queensland Civil and Administrative Tribunal, l’Ombudsman di Queensland, la homepage del Queensland Community Legal Centre e il sito Queensland Legislation, secondo le notizie.
È del mese scorso la notizia che la piazza giapponese di criptovalute Coincheck ha perso più di 58 miliardi di yen (534,9 milioni di dollari) a causa degli hacker. Il co-fondatore Yutsuke Otsuka aveva affermato che la compagnia non sapeva come i token potessero essere stati rubati e che Coincheck avrebbe sospeso tutti i prelievi e bloccato tutti gli scambi di token tranne il Bitcoin dopo l’accaduto.
Intanto, in Corea del Sud sta aprendo una serie di nuove piazze di criptovalute, in seguito al ritardo dovuto all’inasprimento delle norme che il governo coreano ha di recente annunciato. Zeniex, una nuova cripto-piazza, la scorsa settimana ha annunciato che sarebbe entrata in funzione quest’oggi mentre altre nuove piazze apriranno nei prossimi mesi.
Intanto, l’Amministratore Delegato del Ripple Brad Garlinghouse si ritrova al centro della scena sulla scia dei suoi commenti secondo cui il Ripple e altre criptovalute non sono valute legali ma semplicemente “asset digitali”. Le parole di Garlinghouse fanno eco ai recenti commenti di banche e governi, che hanno contribuito a spingere una percentuale sempre più alta di persone a possedere le monete digitali solo per scopi speculativi piuttosto che utilizzarle nel commercio.
“Non la definisco una criptovaluta”, ha affermato Garlinghouse in occasione dell’evento “All Markets Summit on cryptocurrency”, aggiungendo che i token digitali non consentono di essere utilizzati in transazioni secondarie.