Di Alessandro Albano
Investing.com - Bitcoin, e l'universo delel criptovalute in generale, non stanno affrontando un periodo particolarmente felice. Dai massimi storici dei 69 mila dollari toccati nel novembre 2021, la cripto con più market cap al mondo si trova a scambiare poco sopra i 20 mila dollari, una soglia psicologica importante che, in caso di rottura, potrebbe significare un drowdown come nel 2018.
Complice il crollo di TerraUSD, il bear market dell'azionario, e il contesto geopolitico, l’ecosistema degli asset digitali sta affrontando "indiscutibilmente un nuovo “inverno delle criptovalute”: un lungo periodo di prezzi depressi. Allo stesso tempo, nel settore affluiscono quantità abnormi di capitale di rischio. Conciliare queste due realtà è difficile", scrive in una nota Benjamin Dean, direttore degli asset digitali di WisdomTree.
In termini di capitalizzazione di mercato, la galassia cripto è passata da un picco di oltre 3 trilioni di dollari a meno di 1 trilione di dollari. A titolo comparativo, afferma l'esperto, "nel periodo compreso tra il mese di dicembre 2017 e il mese di giugno 2018, il settore ha registrato una contrazione, passando da 850 milioni a 250 milioni di dollari, vale a dire un calo di oltre il 70%".
"Tutto il comparto mostra chiari segnali di contenimento dei costi", aggiunge Dean. "È di questa settimana la notizia che BlockFi, piattaforma di criptovalute per operatori istituzionali e retail, si appresta ad una riduzione d’organico pari al 20% degli addetti; mentre anche altri nomi importanti del settore (come Coinbase (NASDAQ:COIN) avevano già reso noti tagli al personale e blocco delle assunzioni".
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Tuttavia, bisogna ricordare da dove si parte. Nel 2021 si sono verificati più investimenti di capitale di rischio nello spazio cripto/blockchain rispetto a tutti i sei anni precedenti messi insieme: 21 miliardi di dollari in totale. Nel primo trimestre del 2022 gli investimenti sono aumentati ancora, di altri 10 miliardi di dollari. "Solo due settimane fa, Andreessen Horowitz, una società di venture capital, ha annunciato il successo ottenuto con una raccolta di 4,5 miliardi di dollari per il lancio di un nuovo fondo sul “web3” (lo slogan dell’azienda per gli asset cripto/blockchain)", evidenzia il manager.
Può essere istruttivo esaminare anche la destinazione di cui è oggetto questo flusso di capitali. Nell’ultimo semestre, Dean sottolinea che "una media di circa il 36% dei flussi ha interessato i token non fungibili (NFT) e il gaming". Al secondo posto, in termini percentuali, si colloca la finanza decentralizzata (DeFi), che ha attirato circa il 16% dei flussi.
"Dall’analisi di tali sviluppi emerge una dissonanza", scrive in conclusione l'esperto. "Da un lato, l’outlook macroeconomico non potrebbe essere più pessimistico. Dall’altro, prima d’ora non sono mai stati previsti dei progetti su asset digitali con finanziamenti di simile portata. La strada potrebbe allungarsi di 12-18 mesi. Chi riuscirà a trovare modelli di business in grado di generare entrate - e attrarre utenti - creerà la prossima ondata di opportunità nello spazio degli asset digitali. Tuttavia, saranno molte le vittime lungo la strada, come già avvenuto in questo decennio di evoluzione degli asset digitali".