Investing.com - I futures del greggio crollano di oltre 1 dollaro nelle prime ore degli scambi europei di questo lunedì, poiché hanno pesato le notizie che l’Arabia Saudita è d’accordo con un ulteriore calo del prezzo del greggio.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a novembre ha toccato il minimo della seduta di 84,25 dollari al barile, prima di attestarsi a 84,38 dollari negli scambi della mattinata europea, con un crollo di 1,44 dollari, o dell’1,68%
Venerdì, i futures del greggio Nymex sono crollati al minimo giornaliero di 83,59 dollari al barile, un livello che non si registrava dal luglio 2012.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a dicembre è crollato di 1,70 dollari, o dell’1,88%, a 88,88 dollari al barile.
I prezzi del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra venerdì hanno toccato 88,11 dollari al barile, il minimo dal dicembre 2010.
L’Arabia Saudita avrebbe dichiarato ai traders di essere pronta ad accettare che il prezzo del greggio si attesti al di sotto di 90 dollari al barile, e persino a 80 dollari, per un lungo periodo.
La decisione sarebbe finalizzata a rallentare l’espansione dei produttori rivali per mantenere la partecipazione sul mercato.
L’Arabia Saudita è il principale esportatore tra i membri dell’OPEC e produce circa 10 milioni di barili di greggio al giorno.
Inoltre, il Ministro del petrolio Ali al-Omair ha dichiarato che l’OPEC potrebbe decidere di non tagliare la produzione per supportare i prezzi. Secondo Al-Omair, una riduzione nel range tra i 76 e i 77 dollari al barile sarebbe il livello che metterebbe fine al recente crollo dei prezzi.
I ministri del petrolio dell’OPEC si incontreranno a Vienna il 27 novembre per discutere dell’eventuale modifica dell’obiettivo di produzione a 30 milioni di barili al giorno per l’inizio del 2015.
Negli ultimi mesi le scorte globali sono risultate superiori alla domanda e i traders si chiedono se l'OPEC ridurrà la produzione per mantenere i prezzi alti.
Un report della scorsa settimana ha mostrato che la produzione di greggio dell’OPEC ha toccato il massimo degli ultimi due anni di 31 milioni di barili al giorno a settembre, per via dell’aumento della produzione da parte dell’Iraq e della Libia.
Alcuni analisti credono che solo una riduzione della produzione del cartello del petrolio possa evitare il calo dei prezzi.
La scorsa settimana il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di tagliare le previsioni di crescita globale per la terza volta quest’anno, avvisando che la ripresa economica è debole e instabile.
L’organizzazione prevede una crescita economica globale pari al 3,3% quest’anno, in calo dal 3,4% di luglio, mentre le previsioni per il 2015 sono pari al 3,8%, rispetto alla stima precedente del 4,0%.