ROMA (Reuters) - Gli impieghi delle banche a famiglie e imprese, ancora in trend negativo a settembre, potrebbero tornare a crescere tra novembre e dicembre, ma peggiora ancora la qualità del credito con dati in crescita delle sofferenze lorde e di quelle nette.
E' quanto emerge dal rapporto dell'Abi di ottobre che fotografa la situazione del credito italiano a settembre, prima degli effetti di accelerazione del credito "che sicuramente ci saranno" con le operazioni di Tltro.
"C'è già una tendenza in atto che mostra un miglioramento del trend degli impieghi, soprattutto per famiglie e imprese, e potremmo vedere un ritorno a livelli positivi tra novembre e dicembre", ha detto il chief economist dell'Abi Gianfranco Torriero, nel corso di una conference call per presentare i dati del rapporto.
I finanziamenti a famiglie e imprese si posizionano al -0,9% come variazione annua a settembre 2014 dal -1,2% del mese precedente e -4,5% a novembre 2013, picco massimo della crisi degli impieghi. Il dato più generale, che considera il complesso dei finanziamenti mostra un lieve miglioramento con una flessione del 2,3% a settembre dal 2,5% di agosto.
MIGLIOR DATO IMPIEGHI DA MAGGIO 2012
"Questo di settembre 2014 per i prestiti bancari è il miglior risultato da maggio 2012. Inoltre, tale dinamica dei prestiti bancari, ancorché in misura più limitata, non è una caratteristica solo italiana ma si registra anche a livello
dell'intera area dell'euro", si spiega nella sintesi del rapporto.
A sostenere un possibile ritorno a una dinamica positiva c'è anche il basso livello dei tassi di interesse. A settembre, dice sempre il rapporto Abi, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è ridotto al 3% "segnando il valore più basso da marzo 2011", mentre il tasso medio per i nuovi finanziamenti alle imprese è sceso al 2,87%, cioè "il valore più basso da febbraio 2011".
NON SI FERMA CRESCITA SOFFERENZE
La rischiosità dei prestiti continua però a crescere, sottolinea l'Abi.
Le sofferenze lorde ad agosto sono salite a 174 miliardi dai 172,4 di luglio, con un rapporto con gli impieghi del 9,2% ad agosto 2014. Salgono, sempre in agosto, anche le sofferenze nette a 79,5 miliardi dai 78,2 miliardi di luglio, con un rapporto con gli impieghi totali pari al 4,41% ad agosto dal 4,30% di luglio (era 0,86%, prima dell'inizio della crisi).
Continua poi il divario in atto da tempo tra gli andamenti negativi della raccolta a medio lungo termine e quella positiva, ma insufficiente per un saldo positivo, dei dati sui depositi.
A settembre 2014 quindi resta negativo l'andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) con una diminuzione di circa 10 miliardi rispetto ad un anno prima, pari a -0,6% annuo. Il dato è la risultante di un calo del 10,6% della raccolta da obbligazioni (-55 miliardi) e una crescita del 3,8% dai depositi (+45 miliardi).
(Stefano Bernabei)