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Il dollaro in salita, timori per la crescita dalla zona euro

Pubblicato 14.10.2014, 14:24
Il dollaro trova un certo supporto dai dati della zona euro
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Investing.com - Il dollaro sale contro il paniere delle altre principali valute questo martedì poiché i timori per le prospettive di crescita economica globale supportano la richiesta del biglietto verde come valuta rifugio.

Il cambio USD/JPY sale dello 0,10% a 106,95, staccandosi dal massimo di un mese.

Lo yen, tradizionale valuta rifugio, si è rafforzato la scorsa settimana in seguito alla decisione del Fondo Monetario Internazionale di tagliare le previsioni di crescita globale per il 2014 e il 2015; il Fondo ha avvisato inoltre che la crescita economica globale potrebbe non raggiungere più i livelli pre-crisi.

I mercati sono in fermento per la diffusione dell’epidemia di Ebola. Ieri il Regno Unito ha annunciato di voler effettuare controlli sanitari all’aeroporto di Heathrow, dopo le dichiarazioni del Ministro della Sanità Jeremy Hunt secondo cui il virus potrebbe arrivare in Gran Bretagna entro la fine dell’anno.

La coppia EUR/USD scende dello 0,79% a 1,2650, dopo i dati che hanno mostrato che il sentimento economico tedesco è sceso al minimo dal dicembre 2012 ad ottobre, alimentando ulteriori timori per la principale economia della zona euro.

L’Istituto di Ricerca Economica ZEW ha dichiarato che l’indice del sentimento economico tedesco è sceso di 10,5 punti a -3,6 questo mese dalla lettura di settembre di 6,9. Gli analisti avevano previsto che l’indice scendesse di 5,9 punti a 1,0 ad ottobre.

L’indice del sentimento economico per la zona euro è crollato a 4,1 a settembre da 14,2 di agosto, al di sotto delle aspettative di un calo a 7,1.

In un secondo report si legge che la produzione industriale nella zona euro è scesa dell’1,8% ad agosto, contro le aspettative di un calo dell’1,6%. Il dato di luglio è stato rivisto ad un aumento dello 0,9% da una stima precedente di un incremento dell’1,0%.

La sterlina è scesa al minimo di quasi 11 mesi, con la coppia GBP/USD a 1,5926, giù dello 0,98% sulla giornata dopo i dati che hanno mostrato un calo dell’inflazione britannica al minimo degli ultimi cinque anni a settembre.

L’Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha dichiarato che il tasso dell’indice dei prezzi al consumo è sceso all’1,2% il mese scorso, dall’1,5% di agosto. Gli analisti avevano previsto che l’IPC britannico scendesse all’1,4% a settembre.

Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato a settembre, dopo l’aumento dello 0,4% ad agosto.

L’IPC core, che esclude i costi di alimenti, energia, alcol e tabacco, è salito al tasso dell’1,5% il mese scorso, in calo dall’1,9% di agosto. Gli analisti avevano previsto che l’indice core salisse all’1,8% a settembre.

Intanto, il cambio USD/CHF sale dello 0,75% a 0,9549. Stamane i dati hanno mostrato che l’indice dei prezzi alla produzione elvetico è sceso dello 0,1% il mese scorso, in linea con le aspettative, dopo la riduzione dello 0,2% ad agosto.

I dollari legati alle materie prime sono in calo, con la coppia AUD/USD giù dello 0,34% a 0,8744 e il cambio NZD/USD in calo dello 0,30% a 0,7870, mentre la coppia USD/CAD sale dello 0,40% a 1,1244.

La National Australia Bank oggi ha dichiarato che l’indice della fiducia delle imprese è sceso al minimo di cinque mesi di 5 a settembre da una lettura pari a 7 ad agosto, dato rivisto al ribasso da una stima preliminare pari a 8.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,74% a 85,90.

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