Investing.com - Il prezzo dell’oro sale questo lunedì, nelle aspettative che le banche centrali di Cina Giappone ed Europa dovranno implementare ulteriori stimoli monetari a sostegno della crescita.
Le aspettative di uno stimolo monetario tendono a favorire l’oro, dal momento che il metallo è considerato un investimento rifugio e una protezione contro l’inflazione.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a febbraio salgono dello 0,44% a 1.195,60 dollari l’oncia troy, nella mattinata degli scambi europei.
I futures troveranno supporto a 1.141,70 dollari, il minimo dal 1° dicembre e resistenza a 1.215,00 dollari, il massimo dal 3 dicembre.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo salgono di 9,4 centesimi, o dello 0,58%, a 16,35 dollari l’oncia troy.
Le aspettative di un ulteriore stimolo monetario sono aumentate in seguito al rilascio di dati commerciali cinesi che hanno mostrato un’attività più debole del previsto, mentre in Giappone i dati rivisti sul PIL hanno mostrato una contrazione più forte del previsto.
Le esportazioni cinesi hanno segnato un aumento del 4,7% rispetto allo scorso anno, contro le aspettative di un aumento del 7,9%, mentre le importazioni sono scese del 6,7%, contro le previsioni di un aumento del 3,5%.
Il surplus commerciale del paese è salito a 54,5 miliardi di dollari lo scorso mese dai 45,4 miliardi di ottobre e contro le previsioni di una lettura a 43,2 miliardi.
In Giappone i dati rivisti hanno mostrato che il prodotto interno lordo si è contratto dell’1,9% annuo, contro la stima preliminare di un calo dell’1,6%.
Su base trimestrale l’economia ha visto una contrazione dello 0,5% nel trimestre terminato a settembre, contro le aspettative di una contrazione dello 0,4%.
La settimana scorsa il Presidente della BCE Mario Draghi ha affermato che per ora la banca non implementerà un nuovo allentamento quantitativo, aggiungendo che il programma di stimolo sarà rivalutato nel primo trimestre 2015.
Secondo Draghi potrebbe variare l’ampiezza, la scala e la composizione del programma attualmente il corso. Il consigli direttivo resta unanime sulla possibilità di attuare misure eccezionali, laddove ce ne fosse la necessità.
Venerdì i prezzi dell’oro sul Comex sono scesi di 17,30 dollari, o dell’1,43%, poiché i dati USA positivi hanno alimentato le aspettative di un aumento dei tassi di interesse prima e più velocemente del previsto da parte della Federal Reserve.
L’economia statunitense ha segnato 312.000 nuovi posti di lavoro a novembre, secondo i dati del Dipartimento per il Lavoro USA, superando i 225.000 previsti dagli economisti e segnando il maggiore aumento mensile degli ultimi tre anni.
Il dato di settembre è stato rivisto al rialzo a 243.000 unità dalle 214.000 precedentemente riportate; il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al minimo di sei anni del 5,8%.
I dati sull’occupazione decisamente postivi hanno spinto i mercati ad anticipare le aspettative per il primo aumento dei tassi di interesse a metà 2015, dal settembre 2015.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è stabile a 89,53, il massimo dal marzo 2009.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, poiché riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Il prezzo dell’oro rimarrà vulnerabile a causa dei segnali di ripresa lanciati dall’economia statunitense, che potrebbero invogliare la Fed ad alzare i tassi di interesse prima e più velocemente del previsto.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sul prezzo dell’oro, poiché il metallo prezioso fatica a competere con gli investimenti ad alto rendimento in condizioni di tassi elevati.
Il rame con consegna a marzo è in calo di 0,5 centesimi, o dello 0,18%, a 2,897 dollari la libbra.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.