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Oro giù per il decimo giorno consecutivo, si attesta a 1.090 dollari

Pubblicato 22.07.2015, 11:15
L’oro crolla sotto i 1.100 dollari, sentimento ribassista
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Investing.com - Il prezzo dell’oro scende per la decima seduta consecutiva questo mercoledì, tra le aspettative che la Federal Reserve possa decidere di alzare i tassi di interesse durante il vertice di politica monetaria di settembre.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad agosto toccano il minimo intraday di 1.090 dollari l’oncia troy prima di attestarsi a 1.092,50 dollari negli scambi europei del mattino, con un crollo di 11,00 dollari, o dell’1,0%.

Ieri, i futures sono scesi di 3,30 dollari, o dello 0,3%, a 1.103,50 dollari. Lunedì il prezzo del metallo prezioso è crollato al minimo di cinque anni di 1.080,00 dollari.

Il prezzo dell’oro è andato sotto forte pressione alla vendita nelle ultime settimane tra le speculazioni che la Fed possa decidere di aumentare i tassi di interesse per la prima volta in otto anni già a settembre.

L’oro ha degli alti costi di gestione e perde parte del suo appeal quando i tassi di interesse vengono alzati.

Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a settembre scendono di 7,8 centesimi, o dello 0,53% a 14,70 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a settembre crolla di 4,1 centesimi, o dell’1,64%, a 2,434 dollari la libbra.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 97,44, non lontano dal massimo di tre mesi di 98,30 segnato ieri.

La richiesta del biglietto verde resta alta tra le aspettative di un aumento dei tassi di interesse per questo autunno.

Un dollaro forte riduce la richiesta di materie prime come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.

Intanto, è previsto per oggi il voto del parlamento greco sulla seconda serie di riforme necessarie a garantire al paese ulteriori aiuti.

Se i legislatori approveranno le riforme finanziarie e giudiziarie, la Grecia potrà proseguire le trattative con i creditori per il piano di salvataggio da 86 miliardi di euro.

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