MILANO (Reuters) - Seduta da dimenticare per Piazza Affari, che lascia sul terreno quasi il 5%, risentendo delle preoccupazioni per il futuro della Grecia in Europa e del ribasso dei titoli del comparto energetico, Eni in primis, sulla scia del calo del prezzo del petrolio.
Gli indici italiani, negativi fin dalle prime battute, hanno ampliato le perdite nella seconda parte della seduta e in particolare dopo l'apertura di Wall Street.
Le indiscrezioni riportate nel fine settimana dal settimanale tedesco Der Spiegel, secondo il quale Berlino riterrebbe accettabile un'uscita della Grecia dall'euro, hanno infatti innervosito i mercati, nonostante il governo tedesco abbia poi smentito un cambio di rotta.
Gli operatori ritengono che l'incertezza proseguirà nelle prossime settimane, in attesa delle elezioni politiche in Grecia del 25 gennaio.
La borsa greca ha perso il 5,63%, zavorrata soprattutto dai titoli bancari. Male anche le altre borse europee e in particolare le piazze dei paesi periferici, con Madrid in calo del 3,41%.
L'indice FTSE Mib ha chiuso in calo del 4,92%, riavvicinandosi a quota 18.000, sui minimi di quasi tre settimane. Volumi per 3,2 miliardi di euro. Il banchmark europeo FTSEurofirst 300 segna -2,27%.
Ad appesantire il listino è soprattutto ENI, che ha lasciato sul terreno l'8,36%, ben oltre il settore a livello europeo (stoxx oil&gas -4,98%). Il titolo risente della continua discesa dei prezzi del greggio, con il Brent che cede oltre 3 dollari al barile.
Il debole scenario sul mercato del petrolio sarà incorporato nelle valutazione dei conti e del business delle grandi compagnie nel quarto trimestre e in quest'ottica Citigroup ha tagliato il giudizio su Eni a "sell" da "neutral" con un target price abbassato a 13 da 16,5 euro.
Deboli anche SAIPEM e TENARIS, in calo rispettivamente del 4,78% e del 5,39%.
Oltre che per Eni, il FTSE MIb risente anche dei forti ribassi di ENEL (-6,47%), INTESA SANPAOLO (-5,95%), UNICREDIT (-6,62%), ovvero i titoli più pesanti dell'indice.
Anche gli altri bancari segnano pesanti ribassi, con l'eccezione di MPS (+0,23%) e, fuori dal listino principale, CARIGE (+4,11%). I due titoli sono sostenuti dalle ricoperture, dopo le forti perdite del 2014, e dalle speculazioni in tema di aggregazioni bancarie.
In controtendenza LUXOTTICA, con un rialzo di circa l'1%. Beneficiando della debolezza dell'euro contro il dollaro, che avvantaggia le esportazioni in Usa del gruppo di occhialeria, il titolo oggi ha segnato i massimi storici.