Investing.com - Il dollaro è stabile contro le altre principali valute questo lunedì ma non riesce a salire ulteriormente per via delle dichiarazioni sui tassi giunte da alcuni membri della Federal Reserve.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute è stabile a 100,37.
L’indice è crollato a 98,92 la scorsa settimana, il minimo dal 10 novembre, dopo il fallimento della proposta di riforma sulla sanità presentata dal Presidente Donald Trump.
L’indice del dollaro USA ha chiuso il primo trimestre in calo del 3%, nei dubbi sulla fattibilità dell’agenda di riforme promessa in campagna elettorale, che spingerebbero l’economia USA ed incoraggerebbero la Fed ad inasprire la politica monetaria in maniera più decisa.
I tassi più elevati supportano il dollaro rendendo gli investimenti in dollari più appetibili per gli investitori.
Venerdì il Presidente della Fed di New York William Dudley ha dichiarato che la banca centrale non ha fretta di inasprire la politica monetaria quest’anno.
Il Presidente della Fed di St. Louis James Bullard ed il Presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari hanno dichiarato di prevedere degli aumenti dei tassi prima della fine dell’anno, ma sulle previsioni economiche sono rimasti piuttosto cauti.
Venerdì o dato hanno mostrato un aumento della spesa dei consumatori statunitensi pari solo allo 0,1% lo scorso mese; i dati confermano la posizione cauta assunta dalla Fed riguardo ad un aumento graduale dei tassi.
Il dollaro è stabile contro lo yen, con il cambio USD/JPY in salita a 111,44, al di sotto del massimo di due settimane di 112,19.
L’indice “tankan” della Banca del Giappone ha indicato che il sentimento delle principali aziende manifatturiere nipponiche è salito al massimo di un anno e mezzo a marzo, indicando una ripresa stabile dell’economia.
L’euro è in salita, con il cambio EUR/USD a 1,0663, non lontano dal minimo di due settimane di 1,0650 toccato venerdì.
L’euro è rimasto sulla difensiva visto il ridimensionamento delle aspettative verso un inasprimento della politica da parte della BCE.
La sterlina è in calo, con il cambio GBP/USD giù dello 0,15% a 1,2528, in attesa dei dati manifatturieri britannici che si prevede possano mostrare una solidità del settore nonostante le incertezza sulla Brexit.