di Silvia Aloisi e Giancarlo Navach
CERNOBBIO (Reuters) - Ottobre sarà il mese decisivo per il riassetto della partecipazione di Enel in Endesa di cui detiene il 92% del capitale. Tre le opzioni sul tavolo - oltre a quelle del delisting, previo acquisto delle restanti azioni sul mercato o di lasciare tutto così com'è - c'è anche quella di un collocamento di titoli, attraverso una Opv o un private placement, fino a circa il 22% in modo da portare il flottante della società spagnola al 30% del capitale.
A dirlo è l'Ad del colosso energetico italiano, Francesco Starace, in un'intervista a Reuters, a margine del workshop Ambrosetti in corso a Villa d'Este a Cernobbio.
Il manager ha anche aggiunto che Enel ha presentato una manifestazione di interesse per alcuni asset di E.On Italia, la controllata del colosso tedesco messa in vendita, mentre entro novembre è attesa la scelta del partner con cui avviare le trattative per vendere il 66% di Slovenske Elektrarne.
Per quanto riguarda Endesa, "se dovessimo decidere di tenerci tutta la partecipazione del 92% non è un problema e stiamo bene così come lo siamo stati per anni. Un'altra soluzione potrebbe essere quella di rilevare il restante 7% circa sul mercato con l'obiettivo di cancellare il titolo dal listino, mentre la terza opzione è l'opposto: vendere più azioni, forse fino al 22% o qualcosa di simile che rappresenterebbe il massimo che possiamo cedere in queste circostanze", spiega il numero uno di Enel.
Starace aggiunge che le tre opzioni sono sul tavolo: "Guardaremo all'evoluzione del mercato nel mese di ottobre e quello sarà un indicatore chiave ai fine della decisione". Nei prossimi trenta giorni sono attesi due Cda Enel ed Endesa in cui saranno analizzati i vari scenari.
Parte integrante di questo processo è la riduzione del debito: "Stiamo rispettando la tempistica: abbiamo inizio il processo di vendita di asset concentrati in due grandi aree in Romania e Slovacchia, abbiamo anche altri asset marginali da vendere negli Usa e nelle rinnovabili in Francia. Complessivamente il programma sta andando bene e l'obiettivo è quello di ridurre il debito a 37 miliardi", ha spiegato il manager che ha sottolineato come dalle dismissioni l'azienda conta di ricavare oltre 4 miliardi di euro.
Andando nel dettaglio e relativamente alla Slovacchia, "il processo è in una fase di due diligence. Le parti interessate stanno guardando a quello che stiamo vendendo e questa fase si dovrebbe concludere fra fine ottobre e metà novembre. Per quella data avremo selezionato il partner".
Quanto alla Romania, dice Starace, "si tratta di un set di asset più semplici: abbiamo tre reti di dcistribuzione e il processo è avanti di 2-3 settimane rispetto a quello slovacco perché è meno complesso da analizzare". Tra gli interessati State grid of China, reduce dall'acquisto in Italia del 35% di Cdp Reti.
Sulla crisi Ue-Russia, Starace auspica una soluzione pacifica e rileva che "gli asset Enel potrebbero essere messi in vendita, ma abbiamo deciso di non farlo e la ragione è perché si tratta di asset molto russi e non credo che possano avere una buona valutazione a queste condizioni".
Infine, il manager ha spiegato che Enel ha presentato un'offerta non vincolante per alcuni asset di E.On Italia, senza specificare quali e che il processo di vendita è entrato nella fasa della data room. Verosimilmente l'interesse di Enel sarebbe concentrato non certo sugli asset termoelettrici, al momento in profonda crisi in Italia, ma su quelli idrici o sulla base clienti elettricità e gas. La short list per E.On Italia sarebbe composta da una ventina di pretendenti.
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