MILANO (Reuters) - Correzione al ribasso per le proiezioni sulla crescita italiana di quest'anno ma soprattutto del prossimo da parte dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Senza entrare in dettaglio né in particolare argomentarne le motivazioni, con l'Interim Economic Outlook l'osservatorio internazionale basato a Parigi rivede a 0,8% la stima per il Pil italiano, sia 2016 sia 2017.
Rispetto al quadro precedente, tracciato dall'Economic Outlook datato 1 giugno, si tratta di una revisione ribassista di due decimi per quest'anno e addirittura sei per il 2017.
A neanche una settimana dalla presentazione della Nota di aggiornamento al Def, in cui il governo metterà nero su bianco le nuove stime su crescita e conti pubblici, tocca oggi all'Ocse far risuonare il tono pessimista che impronta anche i recenti commenti del centro studi Confindustria.
Formalmente ancora in vigore, il Def di inizio aprile indica per il Pil 2016 una crescita di 1,2% e per quello 2017 un 1,4%. Nel corso di un intervento proprio a Viale dell'Astronomia, Pier Carlo Padoan ha ammesso -- non per la prima volta, e come ha indirettamente lasciato intendere anche Matteo Renzi -- che le nuove proiezioni saranno inferiori alle precedenti.
Secondo una fonte governativa, la nuova stima per il Pil 2016 si attesterà a +0,8/0,9%.
OCSE: RECUPERO PAESI EMERGENTI, PEGGIORAMENTO AVANZATI
Per tornare al rapporto Ocse, guardando alle correzioni ribassiste delle stime sulla crescita, da segnalare come nel caso del 2016 l'Italia faccia meglio soltanto di Canada e Stati
Uniti, le cui proiezioni scendono rispettivamante di 0,5% e 0,4%, mentre con il -0,6% sul 2017 spicchi ancor più chiaramente in negativo, seconda soltanto al -1% della Gran Bretagna che paga il prezzo differito della Brexit.
"La crescita dell'economia mondiale dovrebbe mantenersi quest'anno stabile in area 3%, con un'accelerazione molto modesta nel 2017" è l'attacco del documento odierno, in riferimento a una dinamica di Pil vista a 2,9% nel 2016 e 3,2% nel 2017 dopo il 3,1% dell'anno scorso.
"Le nostre stime non sono molto diverse da quelle di giugno, a fronte di un indebolimento delle economie avanzate -- compresi gli effetti del referendum britannico -- compensato da un progressivo rafforzamento dei principali mercati emergenti produttori di materie prime. Nell'insieme, l'economia mondiale resta però ferma nella trappola della bassa crescita: dati che continuano a deludere le attese si traducono nel deterioramento delle prospettive di crescita che deprime flussi commerciali, investimenti, produttività e salari".
Sullo scenario, avverte ancora l'Ocse, incombono rischi al ribasso.
"I rischi di instabilità finanziaria sono aumentati, in particolare in ragione dei tassi di interesse eccezionalmente bassi e delle ricadute sugli asset finanziari e sul settore immobiliare. () Per uscire dalla trappola della bassa crescita serve a livello collettivo una risposta più forte da parte della politica fiscale e strutturale".