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Italia, prezzi consumo gennaio giù oltre attese, a minimo da 1959

Pubblicato 03.02.2015, 13:27
Aggiornato 03.02.2015, 13:30
Italia, prezzi consumo gennaio giù oltre attese, a minimo da 1959
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di Elvira Pollina

MILANO/ROMA (Reuters) - E' risultata superiore alle attese la caduta dei prezzi al consumo in Italia nel mese di gennaio, guidata principalmente dai beni energetici, effetto strascico del crollo dei prezzi del petrolio.

Ma la flessione è anche l'emblema della perdurante debolezza della domanda interna, fiaccata da un triennio di recessione.

Secondo i dati preliminari, diffusi stamane da Istat, l'indice nazionale Nic si é contratto dello 0,6% su base annua, segnando il minimo dal settembre del 1959, quando segnò -1,1%. A dicembre aveva registrato una variazione nulla.

La mediana delle stime degli analisti interpellati da Reuters era per un calo dello 0,3%. Per l'Ipca, ovvero l'armonizzato ai parametri europei, il calo è stato invece in linea alle attese, ovvero -0,4% su anno da -0,1% di dicembre.

"La discesa è stata più forte delle attese per il Nic, e questo comporta dei rischi al ribasso sull'intero anno", commenta Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo, che tuttavia continua a escludere l'ingresso in una spirale deflazionistica.

A guidare la flessione dei prezzi il comparto trasporti (-4,2% su anno) e la componente 'abitazioni, acqua, elettricità e combustibili', che ha risentito della revisione al ribasso delle tariffe di acqua luce e gas.

"La caduta delle componenti più legate all'energia è più o meno in linea alle attese, quello che ha spinto ulteriormente verso il basso i prezzi è un'amplificazione di alcuni fattori di debolezza stagionali, sintomo del permanere di una domanda interna fiacca", commenta Stefania Tomasini, economista di Prometeia.

La presenza di pressioni al ribasso sui prezzi é segnalata anche dalla caduta dell'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e alimentari freschi, che frena a 0,3% da 0,6%, e dalla caduta dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa, ovvero dei beni acquistati con maggior frequenza, che segnano -1,4% su base annua.

"Ritengo che in questo momento la discesa dei prezzi sia un elemento che può incentivare la spesa dei consumatori, aumentandone il reddito disponibile, e quindi dare supporto alla ripresa in atto, ma l'evoluzione della situazione vada monitorata con molta attenzione", prosegue Mameli.

Il rischio è un deterioramento delle aspettative d'inflazione, che spinga i consumatori a posticipare gli acquisti.

"E' qualcosa che al momento non sta avvenendo, del resto gli stimoli espansivi messi in campo dalla Bce dovrebbero scongiurare gli esiti più catastrofici", afferma Tomasini, secondo cui il dato odierno "potrebbe rappresentare un punto di minimo".

Istat, che stamane ha presentato il nuovo paniere di beni per il calcolo dell'inflazione, dove debuttano i cibi senza glutine, mentre escono gli impianti hi-fi , prevede una caduta dei prezzi per la prima parte del 2015.

Solo in seguito dovrebbe materializzarsi una graduale risalita oltre lo zero. "Il prezzo del greggio si è già stabilizzato e dall'economia arrivano segnali di una ripresa. Questo dovrebbe far riemergere lievi pressioni sui prezzi nei mesi finali del 2015", conclude Tomasini

- ha collaborato Antonella Cinelli

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