MILANO/ROMA (Reuters) - Primo segnale di risveglio dell'inflazione nell'economia italiana, mentre i dati sul mercato del lavoro continuano a mostrare una crescita degli occupati su base annua, in un contesto che resta comunuqe poco entusiasmante.
L'indice nazionale dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,1% su base annua a settembre, registrando la prima variazione positiva dopo sette mesi consecutivi di diminuzioni tendenziali, per effetto del ridimensionamento della flessione dei prezzi degli energetici e dei trasporti.
"E' un segnale in linea con le nostre attese. L'inflazione resterà di pochi decimali sopra lo zero fino alle fine dell'anno, per poi riprendersi a ritmo un po' più intenso nella prima parte del 2017" commenta Loredana Federico, economista di UniCredit (MI:CRDI).
I prezzi mostrano un'accelerazione già più sostenuta nella nella zona euro, dove Eurostat ha registrato una risalita dell'inflazione tendenziale a 0,4% da 0,2%, anche in questo caso per il ridimensionamento del calo nei prezzi dei beni energetici.
Venendo ai numeri sul mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione di agosto è rimasto stabile, sia in Italia - all' 11,4% - che all'interno del blocco della valuta unica - al 10,1%.
Le statistiche Istat evidenziano, inoltre, un ripiegamento del tasso di disoccupazione giovanile al 38,8% dal 39,2% di luglio, massimo da circa un anno.
Nel complesso gli occupati - 22,768 milioni - sono aumentati dello 0,1% rispetto a luglio (+13.000) e dello 0,7% su base annua (+162.000).
Nel mese di agosto il numero di inattivi, dopo l'aumento di luglio, è restato sostanzialmente invariato su base congiunturale, ma calato del 2,1% su anno (-296.000). Il tasso di inattività è stabile al 35,2%.
"Dopo la battuta d'arresto di luglio, gli occupati hanno mostrato un incremento. Questo è compatibile con la nostra attesa di un proseguimento del trend positivo dell'occupazione nell'ultima parte dell'anno, anche se a ritmi più contenuti rispetto al 2015 e ai primi mesi di quest'anno", sottolinea Federico.
Il rallentamento del ritmo di crescita occupazionale riflette da un lato l'esaurirsi dell'effetto degli sgravi fiscali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, dall'altro un indeboliemento delle prospettive economiche a livello globale.
Lo stesso governo si aspetta una riduzione molto graduale del tasso di disoccupazione, destinato a restare sopra il 10% nel prossimo triennio, secondo le stime contenute nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza varata nei giorni scorsi, che ha tagliato la stime di crescita del Pil per quest'anno a 0,8% da 1,2% e per il prossimo, a 1% da 1,4%.
(Antonella Cinelli, Elvira Pollina)