Investing.com - Con la chiusura del governo statunitense, il protrarsi delle controversie commerciali in particolare con la Cina, e il rallentamento della crescita globale, le prospettive di crescita dell'economia statunitense nel primo trimestre del 2019 non dovrebbero generare entusiasmo.
Tuttavia, ci sono alcune indicazioni recenti che potrebbero far tendere all’ottimismo, non escludendo soprese positive.
Gli economisti prevedono un aumento medio del PIL statunitense del 2% nel primo trimestre del 2019, con un intervallo compreso tra l'1,0 e il 2,9%.
"Nonostante tutte le profezie pessimistiche, l'economia americana non è crollata nel primo trimestre", spiega Christoph Balz, economista di Commerzbank.
"Al contrario, i dati del PIL dovrebbero mostrare una crescita decente. Inoltre, le aziende hanno stimolato gli investimenti, in contrasto con l'idea di una recessione imminente", nonostante il recente segnale di avvertimento di un'inversione della curva dei rendimenti.
La Fed di Atlanta, da parte sua, prevede una crescita del 2,7%, basata in particolare sulle vendite al dettaglio, che hanno registrato la crescita più alta da un anno e mezzo nel mese di marzo.
Va inoltre osservato che la riduzione a sorpresa del disavanzo commerciale statunitense a febbraio suggerisce anche un tasso di crescita molto più rapido del previsto.
L'esempio della Cina, che ha sorpreso positivamente con il suo PIL nel primo trimestre nonostante la guerra commerciale, puo’ essere considerato motivo di ottimismo anche per gli Stati Uniti, che potrebbero anche non essere stati colpiti come si sarebbe potuto pensare dal deterioramento dell'economia mondiale.
Diverse banche hanno previsioni superiori al consensus: Goldman Sachs prevede una crescita del 2,6%, BNZ si aspetta un aumento del PIL del 2,3%, mentre Citi si spinge fino ad un +2,7%.
Tuttavia, dall'altro lato dello spettro, altre banche sono più caute, come Unicredit (MI:CRDI), la cui previsione di crescita del PIL statunitense dell'1,3% è la più pessimista. La banca sottolinea il pericolo rappresentato dal mercato azionario:
"Dopo un forte acquisto di azioni nella seconda metà del 2018, le nostre previsioni partono dal presupposto che queste abbiano rappresentato un significativo freno alla crescita nel primo trimestre", osserva.
Nel complesso, quindi, sembrerebbe più probabile una sorpresa piacevole per gli Stati Uniti, ma nulla è garantito.
Dati peggiori delle previsioni potrebbero avere un forte impatto al ribasso sul dollaro, soprattutto perché il biglietto verde è salito notevolmente negli ultimi giorni, come si può vedere sull'Indice del dollaro e in particolare sulla coppia EUR/USD.