Powell e i suoi hanno aperto la porta al taglio dei tassi per proteggere l’economia da effetti indesiderati della guerra dei dazi. Ma così alimentano l’aspettativa di una nuova put
Gli uomini della Fed hanno parlato, a Chicago, al forum di due giorni della banca centrale nella grande città dell’Illinois, e hanno parlato per dire che sì, sono pronti ad abbassare i tassi, se il confronto sui dazi dovesse diventare un’escalation pericolosa per la tenuta dell’economia. Ad aprire le danze era stato già lunedì 3 giugno James Bullard, capo della Fed di Saint Louis, garantendo ‘presto’ un taglio dei tassi a fronte di un’economia in rallentamento e di tensioni crescenti sugli scambi internazionali. Bullard ha parlato quando a Wall Street mancava poco per chiudere, e gli investitori, alle prese con lo shock dei colossi high tech, da Google (NASDAQ:GOOGL) a Facebook (NASDAQ:FB), finiti nel mirino dell’Antitrust non gli hanno dato troppo ascolto. Ma il giorno dopo è arrivato il numero uno Jay Powell, anche se in modo appena più sfumato: “Non sappiamo né come né quando le questioni commerciali dovessero essere superate. Stiamo monitorando molto da vicino tutte le implicazioni degli sviluppi per le prospettive dell’economia americana e, come sempre, agiremo in maniera appropriata per sostenere l’espansione economica”. Questa volta Wall Street ha risposto ingranando la quarta con l’Europa al seguito.
UNO SCENARIO PARADOSSALE CHE PUO’ DISORIENTARE
E così la magia della Fed diventa per ora realtà, almeno sul mercato se non ancora per l’economia reale. La magia consiste nell’aver trasformato le cattive notizie in buone. Finora, ogni volta che la tensione sui dazi tra Usa e Cina saliva, la Borsa di New York reagiva con nervosismo, fuga dalle azioni e ricerca di rifugio nei T-bond. E ora? Ci si può aspettare che ogni notizia ‘negativa’ dal fronte della guerra dei dazi diventi ‘buona’ perché indica che il tanto desiderato taglio dei tassi della Fed si avvicina? Vedremo nei prossimi giorni se questo paradossale scenario si concretizza. In ogni caso le parole dei capi della Fed hanno eliminato in qualche modo la categoria delle cattive notizie. Se Trump e Xi si mettono d’accordo c’è da festeggiare, ma c’è da festeggiare anche se si prendono a legnate...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge