di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Si colora di rosso la polemica dura fra il governo e la Cgil. Non è più solo l'articolo 18 a dividere esecutivo e sindacato della sinistra, ma anche la piazza e gli scontri pericolosi di ieri con la polizia. Rosso è il sangue degli operai colpiti dai manganelli dei poliziotti, rosso è il colore di quella sinistra sindacale e interna al Pd che attacca le politiche di Matteo Renzi e del suo governo.
Gli ultimi giorni hanno registrato una dura escalation, con il confronto tra la manifestazione di piazza San Giovanni a Roma e la Leopolda di Firenze sabato scorso. In quella occasione a incendiare l'aria sono state soprattutto le dichiarazioni del finanziere Davide Serra sulle limitazioni al diritto di sciopero e le repliche di Stefano Fassina dalla disimpegnata location dello zoo di Roma.
Niente a confronto dell'intervista su Renzi, messo a guida del governo dai "poteri forti", rilasciata da Susanna Camusso a Repubblica e della replica dell'eurodeputata renziana Pina Picierno sulle tessere false e i pullman pagati della Cgil, antipasto degli scontri di piazza.
Per la prima volta prende corpo una reale e dura opposizione al governo: i malpancisti della sinistra interna al Pd e la sinistra sindacale, rappresentata da Maurizio Landini - omologo a Renzi nella rappresentazione di una quadro rinnovato della scena politica italiana - più che dalla Camusso, si stanno coagulando in maniera stabile e rappresentano per ora l'unica opposizione dura e pericolosa per il governo a guida Pd, più di una destra sfilacciata e di grillini in cerca di identità.
Non bisogna poi dimenticare che la polizia dipende dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano leader dell'Ncd, cosa che potrebbe creare un'altra frattura all'interno del governo.
Renzi ha subito chiesto di abbassare i toni della polemica: potrebbe diventare la prima vera crisi del suo esecutivo.