di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - La battaglia che si è svolta ieri nella Direzione del Pd ha definitivamente cambiato la natura del partito, relegando la cosiddetta vecchia guardia in una posizione politicamente residuale. Prova ne sia che Massimo D'Alema per la prima volta si è trovato non solo in minoranza ma praticamente marginalizzato, come i numeri hanno impietosamente mostrato.
La materia del contendere è così passata, come spesso capita in questi casi, in secondo piano. Spesso si è detto che l'articolo 18 non incide in maniera sostanziale sul mercato del lavoro italiano. I cambiamenti proposti ora (tutele crescenti per i nuovi assunti, esclusione dei motivi economici da quelli oggetto del reintegro fra i quali invece restano i motivi discriminatori e disciplinari) non cambiano sostanzialmente l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Proprio quest'ultimo punto lamenta l'editoriale di oggi del Sole 24 Ore, che parla di "annacquamento della riforma". Tutti gli altri giornali invece si soffermano sugli effetti politici interni della netta vittoria di Renzi ieri in direzione.
Il segretario fiorentino sta cambiando pelle al partito. Oggi il Pd appare rinnovato nella leadership, spregiudicato nella tattica e lontanissimo dalle impostazioni ideologiche del passato, senza pregiudizi "filosofici" nei contenuti.
Il problema per Renzi resta solo uno: riuscire a tramutare tutto ciò in iniziativa legislativa. Finora è stato questo il tallone d'Achille del suo governo. Questa sera l'approvazione della Nota di aggiornamento del quadro macro inaugurerà la stagione della legge finanziaria, stagione nella quale il premier dovrà dimostrare di saper operare e incidere.