Di cinque decimi inferiore a giugno, il tasso di disoccupazione si porta a luglio al minimo da due anni ma a guidarne l'erosione è soprattutto l'aumento degli inattivi.
Premesso che si tratta di un dato erratico, difficilmente enucleabile dalla componente stagionale quindi complesso da analizzare, i numeri Istat sul tasso di disoccupazione di luglio sembrano sufficientemente eloquenti: 12%, livello minimo da due anni, da 12,5% di giugno, dato a propria volta rivisto di due decimi al ribasso, e record negativo degli ultimi due anni.
Analizzando la statistica nel suo complesso e più nei dettagli, aiutati anche dal comunicato sull'andamento del secondo trimestre a livello aggregato, gli analisti sembrano però concordi nell'affermare che potrebbe trattarsi della cosiddetta 'rondine che non fa primavera'.
Il mercato del lavoro italiano è ancora ben lontano da un vero punto di svolta e l'aumento degli occupati pare destinato a proseguire ma a ritmo assai moderato.
"Quello di luglio è sicuramente un dato positivo: sarebbe però sbagliato enfatizzare soltanto il deciso calo del tasso di disoccupazione, la cui discesa va in realtà imputata più alla contrazione della forza lavoro che all'aumento degli occupati" spiega Paolo Mameli dall'ufficio studi di Intesa Sanpaolo (MILAN:ISP).
Il comunicato Istat mette infatti in evidenza per il singolo mese di luglio un incremento di 0,2%, un tasso di occupazione in rialzo di 0,1% ma un aumento degli inattivi pari a 0,7%, novantanovemila cittadini, prevalentemente donne.
Gli uffici studi fanno riferimento con particolare attenzione alla voce 'scoraggiamento', componente principalmente psicologica che in alcune fasi spinge il cittadino ad abbandonare il mercato del lavoro.
"Quello degli occupati mensili è un dato dall'analisi molto complessa, aggravata dalle continue revisioni dei numeri precedenti... siamo molto lontani dalla performance positiva di aprile [tasso occupazione a massimo da dicembre 2012] e luglio sarà molto probabilmente un mese anomalo" osserva Loredana Federico di UniCredit.
"Restiamo del parere che la crescita degli occupati procederà nella seconda parte dell'anno ma a ritmo moderato e per la media d'anno confermiamo l'indicazione di 12,6%" aggiunge.
"Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione resta la solita ambiguità legata alla dinamica degli inattivi, ma va detto che comunque la crescita degli occupati c'è, e riguarda soprattutto i dipendenti" commenta Paolo Pizzoli di Ing.
Si chiuda con le felicitazioni di rigore appena espresse da Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan, forti anche della revisione migliorativa dei numeri di Pil.
"Cresce il Pil, crescono gli occupati, meno disoccupazione. Le riforme servono" twitta il presidente del consiglio.
"L'economia cresce, la disoccupazione cala, aumentano gli occupati. Ora consolidare e accelerare ma la direzione è giusta" gli fa eco il titolare all'Economia.
(Alessia Pé)