Investing.com - Il prezzo del rame scende questo martedì, in seguito ai dati che hanno mostrato che gli utili delle industrie cinesi sono crollati al tasso maggiore dal 2011, alimentando i timori per lo stato di salute della seconda economia mondiale.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a marzo crolla di 2,7 centesimi, o dell’1,06%, a 2,516 dollari la libbra negli scambi della mattinata europea.
Ieri, il rame ha toccato 2,419 dollari la libbra, un livello che non si registrava dal giugno 2009, prima di attestarsi a 2,543 dollari, con un’impennata di 4,1 centesimi, o dell’1,66%.
Supporto a 2,419 dollari, il minimo dal 26 gennaio e resistenza a 2,585 dollari, il massimo dal 23 gennaio.
In seguito alla pubblicazione dei dati di questa mattina, sono risultati più evidenti i segnali di indebolimento dell’economia cinese. I dati hanno mostrato infatti che gli utili delle industrie nella Cina continentale sono crollati dell’8% a dicembre rispetto all’anno precedente, contro il calo del 4,2% di novembre.
La settimana scorsa, un report ha rivelato che l’economia cinese è cresciuta del 7,4% nel 2014 rispetto all’anno prima, al di sotto dell’obiettivo del governo del 7,5% e il tasso minore dal 1990.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale.
Il prezzo del metallo rosso è finora sceso di circa l’11% a gennaio per via dei timori per le prospettive economiche globali ed il loro impatto sulla richiesta futura che hanno ridotto l’appeal della materia prima.
Sul Comex, i futures dell’oro con consegna ad aprile salgono di 3,50 dollari, o dello 0,27% a 1.283,90 dollari l’oncia troy, mentre i futures dell’argento con consegna a marzo scendono di 2,1 centesimi, o dello 0,12%, a 17,96 dollari l’oncia.
Intanto, l’euro è in salita contro il dollaro, dopo aver toccato il minimo di 11 anni ieri, dal momento che si sono ridotti i timori scatenati dalla vittoria della Syriza, il partito anti austerità, alle elezioni svoltesi domenica in Grecia.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,25% a 95,04, dopo aver toccato il massimo di oltre 11 anni di 95,77 venerdì scorso.
Gli investitori seguiranno da vicino i due giorni di vertice di politica monetaria della Federal Reserve nel corso della giornata per avere maggiori chiarimenti sulla tempistica di un eventuale aumento dei tassi di interesse.
Nel corso della giornata, gli Stati Uniti rilasceranno i dati sugli ordinativi di beni durevoli ed i report del settore privato sulla fiducia dei consumatori e la vendita di case nuove, dati che forniranno ulteriori indicazioni sulla forza dell’economia.