BORSE ASIA-PACIFICO - Miste con Shanghai e Singapore poco mosse

Pubblicato 26.10.2009, 08:31
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MILANO, 26 ottobre (Reuters) - Le borse dell'Asia-Pacifico inaugurano la nuova settimana miste e il dollaro ripiega dopo che, secondo un editoriale apparso sulla stampa cinese, Pechino dovrebbe aumentare le riserve in euro e yen.

Intorno alle 8,25 ora italiana, l'indice regionale MSCI che esclude il Giappone <.MIAPJ0000PUS> viaggia poco mosso, sotto il livello prossimo ai massimi di 15 mesi. In evidenza i farmaceutici della regione, mentre i titoli del settore turistico sotto finiti sotto pressione dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato l'influenza H1N1 emergenza nazionale.

Sulla piazza giapponese, Tokyo ha terminato sui massimi delle ultime quattro settimane; i governativi hanno perso terreno spingendo i rendimenti sul decennale a un nuovo massimo di due mesi e mezzo sulla scia della debolezza dei Treasuries.

HONG KONG <.HSI> e la Nuova Zelanda sono rimaste chiuse per festività locali oggi, mentre gli indici di SHANGHAI <.SSEC> e SINGAPORE <.STI> registrano scarse variazioni. A SEUL <.KOSPI> la borsa ha invertito rotta, terminando in rialzo di un punto percentuale: a scaldare l'ottimismo sul mercato, alimentando gli acquisti degli investitori esteri, è stato il dato relativo al Pil sudcoreano, risultato più robusto del previsto.

Segno negativo a SYDNEY <.AXJO>: gli investitori aspettano i risultati dei grandi gruppi bancari del paese - in agenda questa settimana - e pesano i conti deludenti delle aziende industriali statunitensi che hanno affossato Wall Street venerdì.

Modesto progresso per le quotazioni a TAIWAN <.TWII>, dove voci stampa di una possibile accelerazione dei negoziati per un accordo economico con la Cina hanno alimentato gli acquisti verso finanziari come Chinatrust Financial <2891.TW>.

Sul mercato delle materie prime, infine, in rialzo i prezzi del rame con Londra e Shanghai entrambi sui massimi di 13 mesi, sostenuti dai dati sulle importazioni cinesi e dal deprezzamento del dollaro. Il greggio ha perso terreno per il terzo giorno consecutivo, scivolando sotto gli 80 dollari al barile, con gli investitori che hanno preso profitto sui segnali di fragilità della ripresa economica. Oro sotto 1.060 dollari l'oncia.

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