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Cinque cose da seguire sui mercati questo lunedì

Pubblicato 07.01.2019, 11:38
Aggiornato 07.01.2019, 11:38
© Reuters.

© Reuters.

Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo lunedì 7 gennaio:

1. Al via le trattative commerciali USA-Cina

Stamane a Pechino sono cominciati i due giorni di trattative commerciali tra USA e Cina, con gli investitori che sperano che le due parti possano arrivare ad un accordo prima del termine dei 90 giorni di tregua nello scontro commerciale.

Washington e Pechino hanno tempo fino al 1° marzo per trovare un’intesa, dopodiché il Presidente USA Donald Trump ha promesso di alzare i dazi dal 10% al 25% su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi.

Lo scontro tra le due principali economie mondiali ha acceso i timori di un rallentamento economico in Cina, in seguito alla recente serie di dati economici deboli, ed ha scatenato le paure per l’impatto sull’economia globale dopo che la scorsa settimana Apple (NASDAQ:AAPL) ha lanciato un avvertimento sui ricavi.

2. Si riduce l’impennata di sollievo dei titoli azionari

I future degli indici azionari USA puntano ad un’apertura stabile a Wall Street, mentre perde slancio l’impennata dei mercati globali.

Alle 5:40 ET (10:40 GMT), i future Dow blue-chip sono invariati, i future S&P 500 scendono dello 0,09%, mentre i future Nasdaq 100 vanno giù dello 0,23%.
In Europa, le borse sono in rosso, cedendo i guadagni registrati dopo un’apertura al rialzo.

La propensione al rischio è bassa, con i legislatori USA che non trovano un accordo per mettere fine al blocco delle attività amministrative, mentre i rischi per la Brexit continuano a pesare sulle prospettive in Europa.

Nella notte, i titoli cinesi sono rimasti stabili dopo che la banca centrale del paese ha annunciato un allentamento della politica monetaria finalizzata a risolvere il rallentamento economico, mentre la ripresa delle trattative commerciali tra Washington e Pechino ha spinto la propensione al rischio, facendo salire i titoli azionari asiatici.

I mercati USA hanno visto una ripresa venerdì sulla scia dei dati migliori del previsto sull’occupazione ed in seguito ai commenti del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell secondo cui la banca sarà paziente e flessibile sulla politica monetaria quest’anno.

3. Il prezzo del greggio schizza del 3%

I prezzi del greggio rimbalzano nella speranza che l’allentamento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina faccia migliorare le prospettive per la domanda, mentre i tagli alle scorte da parte dei principali produttori contribuiscono a supportare la materia prima.

I future del greggio Brent, riferimento globale, sono scambiati a 58,75 dollari al barile, con un’impennata di 1,68 dollari, o del 3% rispetto all’ultima chiusura.

I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) si attestano a 49,37 dollari al barile, schizzando di 1,41 dollari, o del 2,96%.

Malgrado la probabilità di un rallentamento economico come conseguenza dello scontro commerciale, i prezzi del greggio vengono supportati dai tagli delle scorte cominciati lo scorso anno da un gruppo di produttori con a capo l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) e dalla Russia.

Goldman Sachs ha affermato che i tagli risulteranno in un graduale aumento dei prezzi del greggio spot nel 2019 con le scorte alte che torneranno alle medie quinquennali.

4. Il dollaro si indebolisce

Il biglietto verde scende contro le altre principali valute, con l’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di sei rivali, che scende dello 0,3% a 95,46.

Il dollaro rimane sulla difensiva sulla scia dei commenti della Fed di venerdì, mentre la ripresa delle trattative commerciali USA-Cina pesa sulla richiesta della moneta come valuta rifugio.

L’euro si rafforza, con il cambio EUR/USD su dello 0,41% a 1,1437 nonostante i dati da cui è emerso che gli ordinativi alle fabbriche tedeschi sono scesi più del previsto a novembre. Vari report mostrano che il morale degli investitori della zona euro è sceso al minimo di quattro anni a gennaio, ma le vendite al dettaglio sono salite a novembre.

5. Indice PMI non-manifatturiero dell’ISM

Per quanto riguarda i dati, alle 10:00 ET sarà pubblicato il report dell’ISM sul settore non manifatturiero relativo al mese dicembre che dovrebbe mostrare un lieve calo, ma il rischio è che ci sia una sorpresa negativa come è successo con l’indice manifatturiero del’ISM della settimana scorsa.

L’indice PMI non manifatturiero dell’ISM dovrebbe essere sceso a 59,6 dal dato di novembre di 60,7.

I dati di giovedì scorso mostrano che l’attività industriale USA è bruscamente scesa al minimo di due anni a dicembre, suggerendo che l’economia non è probabilmente immune al rallentamento della crescita in Cina ed Europa, malgrado il mercato del lavoro resti forte.

-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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