ROMA (Reuters) - Nel 2019 circa il 37% delle imprese e dei gruppi fiscali risulta svantaggiato dalle misure contenute nella manovra, "mentre solo il 7% ne è avvantaggiato".
Lo stima l'Istat presentando alla Camera una simulazione in cui calcola l'impatto di tre misure: mini Ires al 15% su utili reinvestiti in macchinari e assunzioni, abolizione degli incentivi all'aumento di capitale (Ace) e mancata proroga del maxi ammortamento.
"Nel complesso, l'aggravio fiscale rispetto alla normativa vigente è maggiore tra le imprese fino a 10 dipendenti", spiega Maurizio Franzini, presidente facente funzione dell'istituto, durante un'audizione sulla manovra.
I provvedimenti del governo producono un "ulteriore ampliamento dello squilibrio tra il finanziamento con capitale proprio e con debito, a favore di quest'ultimo", dice Istat.
Il reddito di cittadinaza, per il quale in manovra è prevista una dotazione di 9 miliardi, farebbe registrare un effetto positivo sulla crescita "dello 0,2% rispetto allo scenario base".
"Questa reattività potrebbe essere più elevata, e pari allo 0,3%, nel caso in cui si consideri l'impatto del Reddito di cittadinanza come uno shock diretto sui consumi delle famiglie".
La sterilizzazione di Iva e accise "ha evitato un impatto inflazionistico per il 2019 che, nell’ipotesi di completa e immediata traslazione dell’imposta, sarebbe stato pari all'1,3%".
Analizzando il quadro macroeconomico sotteso alla manovra, Franzini dice che "sarebbe necessaria una variazione congiunturale del Pil pari al +0,4% nel quarto trimestre" per raggiungere l'obiettivo di +1,2% indicato dal governo per il 2018.
Rispetto a settembre, quando il governo ha diffuso le sue previsioni, il "mutato scenario economico potrebbe influire sui saldi di finanza pubblica, in modo marginale per il 2018 ma in misura più tangibile per gli anni successivi".
(Giuseppe Fonte)