Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo martedì 12 dicembre:
1. Il prezzo del greggio schizza per la chiusura di un oleodotto
I future del greggio Brent, il riferimento internazionale per il prezzo del greggio, ha superato il livello di 65 dollari questo martedì, segnando il massimo dal giugno 2015 dal momento che la chiusura di un oleodotto nel Mare del Nord ha scatenato i timori di un’interruzione delle forniture.
L’oleodotto britannico Forties, il più grande del paese con una capacità di 450.000 barili al giorno, è stato chiuso ieri dopo la scoperta di alcune falle.
L’oleodotto trasporta circa il 40% del greggio britannico del Mare del Nord.
La notizia ha fatto schizzare il greggio scambiato sulla borsa di Londra al massimo intraday di 65,70 dollari. Alle 6:07 ET (11:07 GMT), il Brent è rimbalzato dell’1,38% a 65,57 dollari, mentre i future del riferimento USA sono saliti dello 0,53% a 58,30 dollari.
2. La Fed inizia i 2 giorni di vertice, previsto aumento dei tassi
La Federal Reserve darà inizio ai due giorni di vertice sulla politica monetaria nel corso della giornata e si prevede che alzi il range dei tassi di un quarto di punto a conclusione dell’incontro, domani alle 14:00 ET (19:00 GMT).
Secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, è previsto un aumento ad un range compreso tra l’1,25% e l’1,50%.
I riflettori saranno puntati in particolare sulla conferenza stampa della presidente della Fed Janet Yellen 30 minuti dopo la pubblicazione della dichiarazione, con gli investitori alla ricerca di indicazioni sull’andamento della politica monetaria nei prossimi mesi.
La banca centrale USA rilascerà le ultime previsioni sulla crescita economica e sui tassi di interesse, il cosiddetto “dot-plot”. La Fed ha previsto tre aumenti dei tassi per il prossimo anno e dovrebbe confermare questa previsione sebbene i mercati siano scettici del fatto che riesca effettivamente ad attuarli.
Il dollaro dimostra cautela questo martedì, con gli operatori dei mercato in attesa del grande evento. Nel corso della giornata, saranno rilasciati i dati sui prezzi alle fabbriche, alle 8:30 ET (13:30 GMT).
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,13% a 93,82.
3. Le borse globali riprendono fiato, riflettori sulle banche centrali
Wall Street riesce a non risentire dell’attentato terroristico a Times Square (NYSE:SQ), a New York, con gli indici S&P e Dow che hanno chiuso a nuovi massimi storici. Tuttavia, i future USA puntano ad un’apertura cauta questo martedì, i trader preferiscono evitare grosse mosse al rialzo in vista dell’inizio dei due giorni di vertice della Fed. Alle 6:08 ET (11:08 GMT), i future Dow blue chip salgono di 17 punti, o dello 0,07%, i future S&P 500 vanno su di meno di un punto, o dello 0,01% mentre i future Nasdaq 100 scendono di un punto, o dello 0,01%.
Le borse europee sono caute, con gli operatori dei mercati che si preparano alle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea e della Banca d’Inghilterra, attese per giovedì. Alle 6:09 ET (11:09 GMT), l’indice di riferimento Euro Stoxx 50 sale dello 0,18%, ma il tedesco DAX oscilla pressoché invariato, mentre il londinese FTSE 100 è in salita dello 0,28%.
I mercati asiatici si fermano dopo essere saliti per tre sedute consecutive, nella speranza di una ripresa della crescita globale che possa sopravvivere al probabile aumento dei tassi di interesse USA questa settimana.
4. I future del Bitcoin si staccano, si riducono i volumi
I future CBOE del Bitcoin si staccano nella seconda giornata piena di scambi questo martedì, il tam-tam sembra essersi momentaneamente ridotto ed i volumi del contratto di gennaio sono scesi, con meno di 300 contratti scambiati finora rispetto ai quasi 4.000 del primo giorno.
Intanto, sulla piazza statunitense Bitfinex, anche il Bitcoin riprende fiato, pressoché invariato a 16.766,0 dollari alle 6:11 ET (11:11 GMT), dopo essere schizzato al massimo di 17.443,0 dollari ieri.
5. L’inflazione britannica aumenta la pressione in vista della decisione sui tassi della BoE
L’indice dei prezzi al consumo (IPC) nel Regno Unito ha toccato un nuovo massimo di cinque anni a novembre, mettendo ulteriore pressione sulla Banca d’Inghilterra affinché inasprisca la politica monetaria, secondo i dati ufficiali di questo martedì.
Nel report dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico (ONS) si legge che l’inflazione dei prezzi al consumo è salita rispetto allo scorso anno al tasso destagionalizzato del 3,1% il mese scorso. Si tratta del massimo dal marzo del 2012 ed è al di sopra delle aspettative di una lettura pari a quella di ottobre del 3,0%.
I dati riflettono un persistere della stretta sul costo della vita nel Regno Unito, con i compensi aumentati di solo il 2,1%, il che significa che i salari britannici non riescono a tenere il passo con l’aumento dei prezzi.
La Banca d’Inghilterra annuncerà la decisione sui tassi alle 7:00 ET (12:00 GMT) giovedì e gli analisti non si aspettano un cambiamento significativo della politica monetaria, dal momento che i policymaker sono alle prese con l’incertezza per la Brexit, la debole crescita dei compensi e la bassa produttività, tutti fattori che stanno pesando sull’economia.