di Isla Binnie e Rahul Karunakar
ROMA/BANGALORE (Reuters) - Vittoria o sconfitta per Renzi nel referendum costituzionale di dicembre, l'effetto sui mercati finanziari sarà solo modesto, in base a quanto emerge da un sondaggio Reuters, con gli analisti divisi su quanto un'eventuale vittoria del 'no' possa essere effettivamente un minaccia per il futuro dell'euro.
In caso di vittoria del No - scenario attualmente favorito nei sondaggi - il presidente del Consiglio ha detto di non essere disponibile a "vivacchiare", o a formare un "governicchio" o un esecutivo tecnico.
In base a quanto emerge dal sondaggio Reuters - condotto il 24 e il 25 novembre tra 32 analisti - una vittoria del No porterebbe ad un allargamento dello spread Btp/Bund di altri 25 punti base, mentre l'euro/dollaro subirebbe un flessione dell'1,25%.
Movimenti di portata analoga, ma di segno opposto, vengono peraltro previsti dal sondaggio nel caso di vittoria del Sì.
Nonostante il sondaggio Reuters indichi reazioni contenute qualunque sia l'esito della consultazione, la Bce ha spiegato che i rischi per la stabilità finanziaria della zona euro sono in aumento e che Francoforte sarebbe pronta a reagire a ogni eventuale "shock economico" legato al voto.
La previsioni più pessimistiche espresse nel sondaggio sono per un aumento dello spread Italia-Germania di 70 punti base e un deprezzamento dell'euro fino al 10%, se il No dovesse vincere.
Metà degli analisti interpellati interpretano una vittoria del No come una "seria" minaccia al progetto dell'euro. L'altra metà parla invece di rischi non gravi.
"Penso che il mercato sottostimi le conseguenze di lungo termine di un risultato favorevole al No" afferma l'economista di DekaBank Kristian Toedmann.
"L'agenda di riforme dell'Italia è un progetto per molti anni. Se fallisce la crescita tendenziale non accelererà e il debito pubblico diventerà meno sostenibile. Ciò non può essere compensato per sempre dal quantitative easing".
PROGETTO EURO
Molti operatori di mercato sono preoccupati che un'eventuale uscita di Renzi da Palazzo Chigi potrebbe favorire un avvicinamento del Movimento 5 Stelle al potere, anche se la possibile revisione dell'Italicum, voluto dallo stesso premier, potrebbe rendere tale scenario meno probabile.
"Lo scenario del No apre a una fase assai volatile" spiega lo strategist di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) Sergio Capaldi. "In caso di dimissioni di Renzi non c'è al momento un percorso chiaro per la formazione di un nuovo governo. Un esecutivo di breve termine potrebbe limitarsi ad approvare una legge elettorale per il Senato e portare ad elezioni anticipate".
Altri investitori concentrano le loro preoccupazioni sul settore bancario italiano che, gravato da 200 miliardi di sofferenze, ha ridotto il credito alla piccola impresa del paese, tradizionalmente bancocentrica.
Montepaschi in particolare, con in ballo il suo piano di ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro, è tra le fonti principali di preoccupazione.
Mps (MI:BMPS) prevede di lanciare il proprio aumento di capitale il 7 o l'8 dicembre in quello che potrebbe essere un mercato finanziario assai turbolento nei giorni successivi al referendum.
"Se si dovesse profilare un insuccesso dell'aumento di capitale per Mps, l'ipotesi successiva sarebbe il bail-in, con conseguenze gravi" spiega lo strategist di IG Vincenzo Longo, ricordando il caso delle quattro banche salvate dal governo l'anno scorso. "Dato che l'anno scorso quattro piccole banche hanno creato il caos tra i risparmiatori, Mps potrebbe anche portare ad una fuga dagli sportelli".