MILANO (Reuters) - L'Italia continua a sperimentare squilibri macro che la Commissione europea giudica eccessivi: in un orizzonte di lungo termine, il cumulo del debito pubblico e l'anemica dinamica della produttività comportano rischi che potrebbero avere rilevanza anche a livello di zona euro.
Il nuovo monito Ue si concentra in particolare sul debito.
"Nel caso di Belgio, Finlandia e Italia la Commissione prosegue lo stretto monitoraggio sul rispetto dei parametri del debito, sottolineando l'importanza degli aggiustamenti strutturali raccomandati. La situazione verrà nuovamente valutata a maggio sulla base dei dati definitivi relativi al 2015, dei prossimi programmi di stabilità e delle stime di primavera [della Commissione]", scrive l'esecutivo in una comunicazione a Parlamento e Consiglio europeo, Bce ed Eurogruppo sullo stato delle riforme e degli squilibri macro.
La nota si inserisce nel 'Winter Package' con il quale, come prevede la procedura del semestre Ue, Bruxelles fa il punto sulla congiuntura e sui conti pubblici dell'Unione.
"La decisione sulla parte [del Winter Package] che riguarda i conti pubblici sarà finalizzata e resa pubblica domani" risponde il numero due della Commissione Vladis Dombrovskis alla domanda precisa se Bruxelles intenda inviare una lettera all'Italia.
Il vicepresidente lettone, responsabile per l'euro e il Dialogo sociale, tiene dunque particolarmente a mantenersi a un livello più generale.
Insieme a Belgio, Francia, Portogallo e Ungheria l'Italia resta nella categoria classificata come 'excessive imbalance'.
La ricetta per la riduzione del debito proposta da Bruxelles è la più classica: aumento dell'avanzo primario e crescita economica più sostenuta.
"Nonostante la moderazione della dinamica salariale la competitività rimane debole e la dinamica della produttività è in fase di deterioramento, impedendo un aggiustamento del costo del lavoro unitario. Sui bilanci delle banche pesano le sofferenze", continua.
Non manca però il tradizionale riconoscimento per la messa a punto, per lo meno parziale, delle riforme finora sollecitate da Bruxelles.
"Si sono prese misure di politica economica per la riforma delle istituzioni sul mercato del lavoro, per far fronte ai crediti non performing, per riforme nel campo della pubblica amministrazione, della giustizia e dell'educazione. Restano però vuoti da colmare in particolare sul fronte privatizzazioni, contrattazione collettiva, spending review e sulle misure per l'apertura del mercato, della tassazione e della lotta all'evasione", concludono i paragrafi dedicati all'Italia.