La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) avvisa che una tempesta globale sta per abbattersi sull’economia mondiale dal momento che le banche centrali stanno portando i tassi di interesse in territorio negativo e sembrano essere a corto di opzioni adeguate.
“La calma ha ceduto il passo alla turbolenza”, con queste parole Claudio Borio, a capo della BRI, ha aperto le riflessioni sul report trimestrale rilasciato ieri dall’istituzione considerata la banca centrale delle banche centrali.
Borio ha sottolineato come il nuovo anno sia iniziato con uno dei peggiori selloff mai registrati, mentre gli investitori si sono trovati a valutare lo storico aumento dei tassi da parte della Federal Reserve ed il rallentamento in Cina.
Sebbene il capo della BRI abbia ammesso che i mercati hanno visto di recente una ripresa, ha affermato che “quelli che vediamo potrebbero non essere fulmini isolati,ma i segnali di una tempesta vicina, che si sta preparando da molto tempo”.
Oltre alle deboli previsioni economiche globali, la banca con sede a Basilea è preoccupata per le poche opzioni che restano a disposizione delle banche centrali e teme che i mercati potrebbero perdere la fiducia nella capacità di reagire.
“Ad alimentare la turbolenza contribuiscono i timori degli investitori per la riduzione delle opzioni a supporto della politica monetaria rispetto all’indebolimento delle prospettive di crescita”, ha spiegato la BRI.
“Con uno spazio fiscale limitato e le politiche monetarie strutturali per la maggior parte latenti, le misure delle banche centrali sembrano aver raggiunto i loro limiti”, ha aggiunto la banca.
Al cuore del problema sta la decisione di cinque banche centrali - la Banca Centrale Europea (BCE), la Banca Nazionale Svizzera (SBN), la Banca Nazionale Danese (DN), la Riksbank e la Banca del Giappone (BoJ) - di portare i tassi di interesse in territorio negativo e l’incertezza legata all’efficacia della misura adottata.
“Se i tassi di interesse negativi non sostengono i tassi di prestito per le famiglie e le imprese, perdono la loro ragione d’essere”, notano gli economisti della BRI, aggiungendo che anche se i tassi negativi fossero efficaci, potrebbero essere un problema per i profitti della banche.
Alla luce di queste considerazioni, Borio sottolinea che “la possibilità di ulteriori manovre è ridotta” e spiega che persino le attuali politiche monetarie incredibilmente accomodanti non riescono a sostenere la crescita nelle aree in cui sono in vigore e che l’inflazione continua a restare bassa.
“Gli investitori se ne sono accorti”, ha dichiarato Borio. “E la loro fiducia nei poteri curativi delle banche centrali - forse per la prima volta - vacilla”.
“Anche i policymaker farebbero bene a prenderne atto”, conclude Borio.