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Accordo sul tetto del debito USA più vicino, come siamo arrivati a questo punto

Pubblicato 19.05.2023, 10:57
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Di Alessandro Albano

Investing.com - Il default sul debito è una possibilità lontana per gli Stati Uniti, anche in considerazione degli effetti quasi catastrofici sull'economia mondiale. E le notizie che stanno arrivando da Washington remano in questo senso. 

Nella peggiore delle ipotesi delineata da Moody’s, la recessione da un default degli Stati Uniti sarebbe pari, se non peggiore, della crisi del 2007/08, con circa 8 milioni di posti di lavoro persi, un crollo azionario intorno al 20% e 10.000 miliardi di dollari di debito delle famiglie statunitensi azzerati da un giorno all'altro.

Kevin McCarthy, leader repubblicano del Congresso degli Stati Uniti, si è detto fiducioso sulla possibilità di raggiungere un accordo per alzare il tetto del debito, strumento di controllo creato nel 1917, evitando così che il Paese rischi di terminare la liquidità e non rispettare quindi gli obblighi sul proprio debito. 

"Vedo la possibilità di raggiungere un accordo entro il fine settimana", ha detto McCarthy giovedì. "E penso che ora abbiamo una struttura e tutti stanno lavorando duramente, e voglio dire, lavoriamo due o tre volte al giorno, e poi torniamo indietro a prendere altri numeri".

Il Segretario al Tesoro Yellen è però rimasta con i piedi per terra avvertendo che non è ancora emersa una soluzione ufficiale e "il tempo sta per scadere", visto che i soldi potrebbero finire già il prossimo 1 giugno. 

Le notizie positive hanno contribuito a dare impulso positivo agli indici azionari americani, con S&P e Nasdaq che ora scambiano sui livelli dell'agosto 2022. Ricordiamo che il debito statunitense è pari a 31.400 miliardi di dollari, circa il 120% del Pil.

Come siamo arrivati a questo punto? 

Roberto Rossignoli, portfolio manager di Moneyfarm, scrive in una nota inviata ad Investing.com che nel corso degli ultimi 30 anni il tetto del debito è stato alzato numerose volte, con maggiore frequenza e intensità durante le crisi, come quella del 2008 e del 2020.

"Quello che rende il contesto attuale potenzialmente controverso e pericoloso - afferma Rossignoli - è la notevole polarizzazione dell’elettorato e, di conseguenza, della compagine politica al Congresso. Questo rende più difficile la mediazione per risolvere la situazione del debito".

Il manager guarda ai mercati finanziari e fa notare "un’interessante divergenza tra quello che il mercato monetario e obbligazionario stanno prezzando rispetto a questo evento e i movimenti dell’azionario".

"I mercati monetari e obbligazionari hanno cominciato a includere la possibilità che il governo non sia in grado di ripagare le obbligazioni in scadenza a giugno", mentre l'azionario "procede imperterrito, senza dare troppo peso all’evenienza di un possibile default".

"Questo è in parte razionale, in quanto l’investimento in azioni di solito implica un orizzonte temporale su più anni, ma dall’altro lato suona un campanello di allarme sulla capacità degli investitori di considerare questo tipo di rischi", spiega l'esperto. 

Rossignoli entra nel dettaglio sottolineando come dal maggio 2022 il saldo è sceso di 810 miliardi, "esaurendo l’eccesso di liquidità creatosi col Covid".

"Il livello di per sé non è anomalo rispetto ai dati precedenti alla pandemia, ma in rapporto alla spesa pubblica e all’aumento del debito, la situazione è più precaria rispetto al passato. Si stima infatti che solo per quest’anno la spesa per ripagare gli interessi sarà pari a circa 900 miliardi di dollari".

"Alcuni analisti vedono la prima metà di giugno come il periodo chiave poiché vi è un’importante scadenza fiscale che potrebbe rimpinguare le casse dello stato, ma potrebbe essere già troppo tardi. Altri analisti spostano la data di scadenza più in là nell’estate. Quel che è certo è che le conseguenze di un potenziale default, anche meramente tecnico, sarebbero molto serie. Per questo motivo il successo del negoziato (che resta il nostro caso base) diventa cruciale e la situazione non deve essere sottovalutata", scrive infine il manager di Moneyfarm. 

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